Aldo Vitali: «La mia vita tra Tv Sorrisi e Canzoni»

Da poco più di quattro anni è al timone del settimanale più venduto in Italia. Aldo Vitali, direttore di Tv Sorrisi e Canzoni, ci accoglie con grande semplicità nella redazione dello storico e familiare giornale, proprio nella sede che ospita con grande frequenza diversi personaggi dello spettacolo. E` suggestiva la cornice di Palazzo Mondadori a Segrate e la stanza dove facciamo l’intervista è proprio quella del Direttore con alle spalle le copertine di un giornale che ha raccontato anche la Storia del nostro Paese e che nel tempo si è sempre saputo adeguare alle esigenze dei lettori. Ecco cosa ci ha detto Aldo Vitali.

Direttore, ricorda quando ha avuto la prima volta tra le mani una copia di Tv Sorrisi e Canzoni?
E’ davvero una domanda difficile! Sicuramente ero molto piccolo perché a casa mia Sorrisi, entrava penso, ancor prima che io nascessi. Diciamo che il primo ricordo è legato al Festival di Sanremo, tanto tempo fa, quando leggevamo sul giornale i testi delle canzoni. Insomma, direi che è da una cinquantina d’anni che ho Sorrisi tra le mani.

Da ragazzino chi era la sua icona, il suo mito giornalistico?
Il primissimo è stato Dino Buzzati, giornalista e anche scrittore, anzi adesso più famoso come scrittore. Oltre a lui, Giovanni Grazzini, grande critico cinematografico del quale imparavo a memoria le recensioni.

Quando le è stata proposta la direzione di Sorrisi qual è stato il suo primo pensiero?
Diciamo che ero già a Sorrisi da una decina d’anni e avevo fatto il vicedirettore e il condirettore, quindi la nomina era nell’aria. Al momento della proposta oltre che entusiasta mi sono subito preoccupato, perché l’incarico di direttore è un altro conto. Il piacere di fare un giornale in autonomia, come la Mondadori mi ha sempre lasciato, è bilanciato dal prendere in mano il primo giornale italiano e non farlo diventare il secondo o il terzo.

©Franco Buttaro - Aldo Vitali con Emilio Buttaro
©Franco Buttaro – Aldo Vitali con Emilio Buttaro

In poco più di quattro anni di Direzione, qual è stata la soddisfazione professionale più vera, più autentica?
Dal punto di vista emotivo, aver creato una squadra assai diversa da quella che era prima. Abbiamo messo in piedi una formazione strepitosa che lavora con gioia, facciamo le riunioni aperte a tutti e quindi anche al marketing, a chi si occupa del sito. Sul piano dell’evento ricordo di essere partito con una copertina molto triste perché appena sono stato nominato direttore è morto Lucio Dalla ed è stata una cosa di forte impatto emotivo. Una copertina che mi ha dato molta soddisfazione è stata la prima che abbiamo fatto a Carlo Conti perché, nonostante fosse già una star, non aveva mai avuto una copertina di Sorrisi.

Dei suoi predecessori c’è qualcuno a cui si sente più legato magari per stile, per pensiero, per amicizia…
Uno di loro, Gigi Vesigna è molto fuori schema. Lui ha portato Sorrisi al punto in cui è ed anche di più. Ha avuto intuizioni geniali ed è stato il primo a fare un mucchio di cose. Quindi, se devo pensare a come si deve fare Sorrisi, l’ispirazione va a Vesigna. Poi, ho lavorato con Donellli, Brindani e Signorini: tre personalità diverse e a ognuno di loro per varie ragioni devo molto.

Nel frattempo tante cose sono cambiate e Tv Sorrisi e Canzoni è sempre più social…
Sì, abbiamo un sito che forse è il più importante nel mondo dello spettacolo e poi facebook, twitter. Tutti elementi che vanno cavalcati con grande attenzione altrimenti ti mangiano loro. La carta rimane la nostra prima preoccupazione ma bisogna sempre stare attenti a tutto il resto.

Qual è per il suo giornale il giorno più delicato o impegnativo della settimana?
Anche questa è una domanda difficile! Direi tutti i giorni ma certamente sul piano pratico il venerdì, quando chiudiamo il giornale. Amo tantissimo questa fase in cui i ritmi sono alti e sale una certa adrenalina. Partecipo fino a mezzanotte, senza dimenticare che facciamo anche Guida Tv e Telepiù e anche questi giornali li chiudiamo nella stessa giornata.

©Franco Buttaro Palazzo Mondadori (Milano)
©Franco Buttaro – Palazzo Mondadori (Milano)

E dopo la chiusura a mezzanotte cosa succede?
Che torno a casa all’una e non riesco a dormire. Alle otto mi arriva la copia in digitale e sono subito a controllare. Se vedo degli errori o delle cose che nel frattempo sono cambiate posso fermarlo.

A proposito di impegno un periodo particolarmente pieno sarà quello sanremese. Quanto è difficile realizzare la copertina con tutti i cantanti in gara?
In effetti è veramente complicato è la cosa più banale è trovare il giorno che vada bene a tutti compresi noi che scattiamo la foto della copertina ma anche quella per i manifesti a Sanremo. Sul piano della volontà gli artisti partecipano tutti senza problemi.

Che tempi richiede quel tipo di copertina?
Si comincia alle 11 del mattino e fotografiamo anche tutti i cantanti singoli per avere un repertorio pronto a qualsiasi evenienza. Finiamo verso le 9 di sera ed è davvero una giornata molto divertente.

Quest’anno il successo degli Stadio ha sorpreso anche lei?
Se me l’avessero detto il giorno in cui abbiamo scattato la foto direi di sì. Magari potevo pensare a un podio, considerato che avevano una canzone molto bella e molto forte. Quando siamo arrivati a Sanremo e abbiamo iniziato a sentire le canzoni dal vivo anche durante le prove, ho pensato che gli Stadio potessero vincere, sia per la resa della canzone che per l’atmosfera che si era creata.

Ha immaginato così una copertina per loro?
Ne abbiamo strutturato una adatta tenuto conto che gli Stadio, tranne Curreri, non sono come facce famosissimi. Quindi, abbiamo fatto una specie di copertina a ventaglio con davanti Gaetano e gli altri che spuntano dietro.

Le piacerebbe un giorno diventare direttore di un Tg nazionale?
Credo sia molto difficile ricevere una proposta del genere non avendo l’esperienza televisiva. Sono felicissimo di essere a Sorrisi e non riesco a pensare di trovarmi in nessun altro giornale. In ogni caso non ho remore a qualsiasi sfida.

Che ne dice del nuovo Tg4 di Cecchi Paone?
E’ sicuramente un esperimento interessante. Condivido la conduzione di Cecchi Paone perché è un po’ come facciamo a Sorrisi, cioè spiegare tutto, e lui lo fa molto bene. E’ un Tg che dura un’ora e non è una cosa semplice non solo per il conduttore ma per tutta la redazione.

La stagione televisiva sta per volgere al termine, chi è stato finora il personaggio dell’anno?
Se guardiamo gli ascolti, Carlo Conti ha portato il Festival a dei livelli che non si vedevano da tempo. Poi c’è Montalbano e il suo mondo perché oltre ai due episodi nuovi che hanno fatto ascolti record, le repliche hanno il 30 per cento di share. Interessante anche la doppia conduzione delle Iene in due giorni diversi e il pre serale di Jerry Scotti diventato fortissimo.

Tra i giovani o le novità cosa ha apprezzato di più?
Direi Cattelan, un conduttore destinato a fare grandi cose. Infine, un nuovo modo di fare televisione è Pechino Express.

Oggi qual è lo stato di salute del giornalismo?
Se parliamo della carta e della pubblicità a essa legata, direi preoccupante perché c’è un calo di tirature e di investimenti pubblicitari. Se invece guardiamo tutto in generale, direi che sia in splendida forma perché se comprendiamo internet, twitter o facebook dove i giornalisti non sono solo i giornalisti ma anche le persone che ti danno le notizie, allora è in uno stato di salute strepitosa. Faccio un esempio: quando ci fu il terremoto dell’Emilia nella notte tra sabato e domenica andai subito su internet e non c’era niente o quasi, in tv la reazione non c’era stata, andai su twitter e c’era un panorama di quello che stava succedendo grazie non solo alle persone coinvolte ma anche ai giornalisti locali molto bravi a cogliere i vari aspetti dell’emergenza.

Tornerà la notte dei Telegatti?
Penso di sì e stiamo lavorando su questo.

Qual è la notizia che un giorno spera di dare su Sorrisi o la copertina che le piacerebbe confezionare?
Nel breve una bella copertina alla Nazionale che vince gli Europei di calcio. A distanza, una dove riusciamo a mettere insieme personaggi delle diverse reti, un po’ come si faceva ai tempi dei Telegatti.

Cosa farebbe dire a questi personaggi in copertina?
Che la televisione non morirà mai, cosa della quale sono convinto.

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