LONDON FASHION WEEK, GLAM E TRASGRESSIONE

Vivienne Westwood
Vivienne Westwood

Arriva Londra a sostituire la scena di New York e la passerella si fa diversa, già dalle prime giornate. C’è quel tocco di trasgressione creativa, quel volere stupire anche con le parole (e non solo con le collezioni), quel lancio di messaggi di pedana che non smentiscono, ancora una volta, il set d’avanguardia londinese, dove la moda si fa protesta, ribellione ma anche classe. Londra ha infatti una grande dote: quella di saper far convivere diversi “attitude”, per dirla all’anglosassone, passando così da un’eleganza in scala di grigio a stampe floreali in chiave quasi hippie.

Vivienne Westwood
Vivienne Westwood

Tagliamo il nastro delle giornate londinesi con la sua portavoce d’eccellenza, ovvero Vivienne Westwood. Ed è subito polemica (oltre che moda). Ma poi, quest’anno, possiamo parlare di una vera polemica o semplicemente di una presa di posizione? La Westwood sembra infatti essersi contenuta nelle provocazioni mirando ad esprimere semplicemente la sua solidarietà verso Julian Assange, fondatore di Wikilinks e cittadino adesso dell’ambasciata inglese in Ecuador. Iconica così la T-shirt con il suo viso e le parole “Io sono Julian Assange” mentre le modelle sfilano sulla pedana con un Make Up che sa di maschere, di derivazione dal teatro  giapponese. La sua nuova collezione Red Label merita comunque attenzione non solo per il messaggio mediatico ma anche per i tagli su misura, per i blazer, per i colori accesi dei cappotti completati poi da pants superaderenti.

Jonathan Saunders
Jonathan Saunders

La trasgressione contrasta invece con il perbenismo nella pedana di Jonathan Saunders. Qui si gioca con l’accostamento di diverse tonalità e tessuti, e con un Make Up e chiome in stile Anni 40.

Bella prova anche per Proenza Schouler che immagina l’inverno in bianco e nero, incluse le tonalità del grigio luna, vestendo la collezione di un lato sublime e soffice. Ecco allora sfilare cappotti in pelle di struzzo abbinati a guanti bianchi o coat in pelliccia nera rasata che parlano un linguaggio di elevata poesia londinese.

Dal brand super brit Mulberry, in una location stellare come quella del Claridge Hotel, vediamo invece il ritorno del tweed, estremizzato in tutta la collezione. I colori sono quelli tipici dell’autunno con rintocchi di bordeaux e verde smeraldo, ma i protagonisti assoluti qui sono cappotti e giacche, anche nelle versioni, un po’ criticate, dell’oversize.

Moschino
Moschino

Si respira tanta aria brit nella sfilata di Moschino Cheap and Chic, organizzata come un tradizionale afternoon tea, di un pomeriggio londinese, presso il Savoy Hotel di Londra. Ma della tradizione classica c’è ben poco. Qui è tutto un richiamo al punk, alla musica inglese, con immancabili stampe leopardate, e maxi grafismi su cappotti e giacche.

Ma quello che rende punk glam la sfilata è anche la lista del parterre dove si incontra la giovane Anais Gallagher, figlia di quel Noel degli Oasis  e ancora la bellissima Yasmin Le Bon, Peaches e Pixie Geldof e la bionda Pixie Lott con il fidanzato Oliver Cheshire.

E a proposito di personaggi della Londra più rock underground, proprio in questi giorni di “giri londinesi” la rete ha catturato subito l’ultima testimonial di casa Kérastase ovvero Kate Moss.

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Kate Moss

Un altro colpo per la modella (dopo la campagna di Stuart Weitzmann e quella di Versace), che le dona ancora lo scettro come simbolo dell’it-girl di Londra. Un ruolo che, diciamolo pure, non sembra ancora essere messo in discussione dalle sue giovani rivali.

Ornella Fontana

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