Pechino Express 2, lo specchio di un Paese di voyeurs

pechino-express-2013-al-via-67802_w1000Italiani: popolo di voyeurs. Nell’era del tweet selvaggio, la seconda edizione del reality show targato Rai, Pechino Express, trova spazio nei nelle menti e nei cuori italici. A condurre il gioco lungo le impervie vie del Vietnam, alla volta di Bankok, è l’ex concorrente Costantino della Gherardesca che, con le sue accattivanti battute al vetriolo, esalta gli aspetti più grotteschi dei malcapitati concorrenti.

A finire nel calderone mediatico personaggi di tutti i tipi: attori alla ribalta, emeriti sconosciuti, vecchie glorie, nobili decaduti, maggiordomi silenti, aspiranti starlettes ed il cosiddetto toy boy.

Il gioco, che intende sottoporre i concorrenti alle peggiori condizioni di vita possibili, con un budget di due euro a coppia, è suddiviso per tappe intermedie fino al raggiungimento di un traguardo finale  e intende far emergere le personalità più autentiche delle persone coinvolte. Così, tra una difficoltà e l’altra ci si azzuffa, ci si prende a male parole e ci si aggredisce a vicenda per la gioia degli italiani pecorecci. Sì, l’italiano medio si diverte nel guardare come una Corinne Clery prenda a schiaffoni il baby fidanzato Angelo Costabile, si diverte nel deridere il savoir faire con cui l’irriverente marchesa Daniela Del Secco D’Aragona si fa portare, a spalla, dal maggiordomo Gregory. È necessario soffermarsi su quest’ultima scena, davvero penosa, per dire che la macchietta dell’uomo di colore, schiavizzato per scherzo, non fa più ridere ormai da un pezzo e sarebbe bene inventarsi altro.

L’italiano amante della rissa mediatica, degli sgambetti reciproci, dei diverbi e degli infiniti arrivismi dovrebbe quindi evitare di cadere nella rete dell’intrattenimento facile perché da qui ai tentativi di emulazione è un attimo.

 Raffaella Sbrescia

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