Napoli velata: mistero e cultura nel nuovo film di Ozpetek

Napoli Velata è il nuovo film di Ferzan Ozpetek, un cineasta che apprezzo particolarmente anche se non sempre riesce a stupirmi. Non mi aveva entusiasmata con Rosso Istanbul, nonostante ne avessi apprezzato alcuni aspetti perché dopotutto ogni pellicola ha qualcosa da insegnarti! Mi aveva invece preso Allacciate le cinture, un film che ci fa vedere come un evento drammatico riesca a mettere a soqquadro la vita di una coppia dimostrando che la passione, quella vera, non ha regole!

Napoli velata

E adesso c’è Napoli Velata. Potrei dire che la parola chiave di questo film è Mistero, che cos’è la vita senza mistero? Anche qui, come in Allacciate le cinture, la protagonista è una donna, Adriana (Giovanna Mezzogiorno), che s’innamora di un ragazzo (Alessandro Borghi) conosciuto ad una festa. Non sa nulla di lui, eppure ci va a letto trascorrendo una notte di pura follia, momenti che le ridanno brio facendo risvegliare la Venere nascosta e messa a tacere dalla Logica o forse dal timore di soffrire troppo, ancora.

Napoli velata

Tra i vicoli di una Napoli smaliziata e sfacciata, entriamo sempre più nel vivo della storia facendo la conoscenza con una città ammaliatrice che custodisce segreti e che si nutre di superstizioni, di leggende, di miti. Ferzan Ozpetek ha il merito di aver dato dignità a Napoli mostrandoci l’altro volto. La cultura è qui l’asse portante, si va oltre gli spaghetti e il mare, oltre il turismo fai da te. Mi ricorda quasi la meravigliosa Napoli dei film degli anni Cinquanta, la Napoli di De Sica e Totò! Ma con una caratteristica in più: il mistero. Napoli velata non è un film eccellente o privo di sbavature, è piuttosto un lungometraggio interessante che appassiona proprio perché tinto di giallo. Infatti, come disse Albert Einstein, «la più bella e profonda emozione che possiamo provare è il senso del mistero; sta qui il seme di ogni arte, di ogni vera scienza». Da vedere.

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