LA TRASFORMAZIONE DI PENELOPE CRUZ

RECENSIONE

A sette anni dall’incredibile successo di “Non ti muovere”, Sergio Castellitto torna sul grande schermo con una seconda trasposizione cinematografica di un altro romanzo di Margaret Mazzantini: “Venuto al mondo”.

Nel cast di questo nuovo film, ritroviamo il sodalizio con Penelope Cruz e scopriamo quello con l’attore americano Emile Hirsch, conosciuto per essere il protagonista di “Into The Wild”. Una storia difficile quella da raccontare, un film incredibilmente complesso, una pellicola che è stata definita una vera e propria matrioska, in quanto racchiude più storie una dentro l’altra. Il filo conduttore di tutto il film è la travolgente e complicata storia d’amore tra i due personaggi principali: Gemma (Cruz) e Diego (Hirsch). La storia inizia dalla fine: Gemma dopo molti anni torna a Sarajevo insieme al figlio (Pietro Castellitto), nato proprio in quella città. Sarajevo è il punto di partenza per tutta la storia: non è solo la città, ma il luogo che ha visto Gemma innamorarsi, perdersi, soffrire, ma anche gioire ed avere il figlio tanto desiderato. Un figlio però biologicamente non suo: a causa di un difetto fisico, infatti, Gemma non può avere bambini insieme al suo compagno. Ed è proprio da questo desiderio di maternità che si sviluppano le varie storie. Questa donna vuole un figlio a qualsiasi costo, lo vuole fino ad accettare che suo marito lo procrei con un’altra.

Gemma torna a Sarajevo insieme a quel figlio che aveva salvato da una guerra, per affrontarne un’altra: rivivere la città e ritrovare se stessa, proprio dove si era persa sedici anni prima. Magistrale l’interpretazione di Penelope Cruz, che sembra abbia aspettato tutta la vita per recitare questo ruolo. Solitamente, infatti, siamo abituati a vederla in ruoli estremamente diversi: ma qui non è l’amante, non è l’altra.

In questo film lei è tutto: è la ragazza incosciente capace di innamorarsi in un giorno, la donna che ottiene tutto ciò che vuole a costo di impazzire, la madre che vive solo per amare nel migliore dei modi il suo bambino.

Bravissimo anche Emile Hirsch, soprattutto nella parte finale del film. Ottima la performance di Sergio Castellitto, che nonostante il suo ruolo secondario, riesce comunque ad imporsi sulla scena. Unica nota un po’ dolente resta forse la scelta di Pietro Castellitto come interprete del figlio: Pietro è un ottimo attore, ma somiglia troppo a quello che poi diventerà il suo padre adottivo, ovvero Sergio Castellitto, e questo penalizza un po’ l’intero film.

“Venuto al mondo” non convince pienamente i lettori della Mazzantini, ma nemmeno li delude in quanto la trasposizione di questa sua opera risulta veramente complicata. Questo film però, sicuramente appaga in toto coloro che non conoscono il libro. Un film insomma che, nonostante piccoli errori dovuti ad estreme difficoltà, va visto. Va visto e basta, lasciandosi penetrare da una miriade di immagini e di emozioni che riescono ad essere vere e proprie ferite al cuore. Un film che come pochi altri riesce sul serio a raccontarci la vita, senza risparmiarci gli atroci dolori della morte.

Maria Rosaria Piscitelli

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