Intervista a Laura Trent: “Canto la forza delle donne”

Laura Trent
Laura Trent

Laura Trent è una cantautrice italo-americana. Forte di un background culturale estremamente ricco e variegato, Laura ha lasciato confluire emozioni, esperienze e passioni nella sua musica ritagliando un ampio spazio ad una tematica che le sta molto a cuore: la violenza sulle donne. “All on board” è il titolo del suo ultimo album e in, quest’intervista, le sue risposte lasciano trasparire una forte personalità e una grande forza di volontà.

Laura hai vissuto per molti anni a Chicago. Raccontaci la tua storia e il tuo percorso musicale.

Sono nata a Chicago da genitori italiani  e sono vissuta lì fino all’età di 7 anni, quando cominciavo a rovesciare pentole e a far finta di suonare. Mio padre mi regalò anche una chitarra da 1 dollaro e per me quel regalo è stato un simbolo. Il sogno dei miei genitori era sempre quello di poter ritornare in Italia,  per questo abbiamo fatto spesso avanti e indietro  ma ogni volta finivamo per tornare negli States per problemi lavorativi. Questi continui distacchi da un paese all’altro hanno comportato la fine di tante mie amicizie appena nate e proprio per questo è nata la necessità di creare musica.

Il tuo modo di cantare lascia trasparire un forte carattere e tanta personalità. Qual è il messaggio che intendi trasmettere?

Vorrei sensibilizzare la valorizzazione della donna nella sua essenza. Io stessa sono figlia di una  donna molto coraggiosa: mia madre partì da sola per cercare fortuna in America, è sempre stata disponibile con i vicini nel momento del bisogno e questa sua forza d’animo è stata di grande ispirazione per me, anche nella musica.

EMILY_coverQuali contenuti racchiude il tuo primo album “Wish me well”

Il significato del titolo di questo album racchiude un augurio di bene e parla di vita vera, vita vissuta.

Quali sono le idee a cui si ispira, invece, “All on board”?

In ogni brano c’è un messaggio. Si tratta di un percorso più intimo, più profondo. In “Let it rain” c’è l’espressione del desiderio al femminile. Dentro di me ho sentito l’urgenza di raccontare anche fatti tragici, si tratta di nove vesti diverse della donna.

E l’esperienza con Gino Paoli?

Anni fa mi invitarono al Festival di Varadero a Cuba e proprio in quell’occasione incontrai Gino, una persona meravigliosa. In quel periodo presentavo il singolo “A kind of feeling” con il nome d’arte Carol Kelly e da lì nacque una collaborazione artistica con lui, l’ho seguito in tour e abbiamo lavorato insieme per 5 anni ed è stata un’esperienza davvero molto emozionante.

Hai definito il tuo album “Un diario di una donna”. Cosa vorresti dire in merito alla drammatica situazione di violenza che le donne si trovano ad affrontare giorno dopo giorno?

Vorrei che non si facesse finta di non vedere, alle porte del 2014 è assurdo vedere che non si riesca a debellare questo cancro! Non bisogna girare le spalle, la più grande violenza è l’omertà e io mi sento in dovere di fare qualcosa.

E per quanto riguarda il progetto teatrale “Labirinti del male”  di Luciano Garofalo?

Sono davvero felice di partecipare a questo progetto, tra me e Luciano c’è stato un vero e proprio incontro di intenti e per me si tratta di qualcosa di davvero molto importante. Il progetto partirà il 19 gennaio 2014 al Teatro delle Api nelle Marche e io canterò tre mie canzoni “Emily”, “ Mad man” e “Beyond”.

Quali saranno i tuoi prossimi live?

Nei prossimi mesi sarò impegnata con “I labirinti del male” poi girerò l’Italia con un minitour e a settembre 2014 tornerò negli States con numerose date dal vivo.

Raffaella Sbrescia

Video: Emily”

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