A TORINO “UN TRAM CHE SI CHIAMA DESIDERIO”

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Foto © Vinicio Marchioni

Due grandi spettacoli teatrali in scena a Torino a partire da questa, martedì 12 febbraio 2013. Si inizia alle 19,30 al Teatro Carignano andrà in scena Un tram che si chiama desiderio  di Tennessee Williams, traduzione di Masolino D’Amico, con la regia di Antonio Latella. Tra gli interpreti, Laura Marinoni, Vinicio Marchioni e Elisabetta Valgoi. Lo spettacolo sarà replicato fino a domenica 24 febbraio.

Un tram che si chiama desiderio, scritto dal drammaturgo statunitense Tennessee Williams nel 1947, è un testo noto al grande pubblico grazie alla pellicola di Elia Kazan di cui furono protagonisti Marlon Brando e Vivien Leigh. L’allestimento proposto da Antonio Latella, la cui attività si divide tra Italia e Germania e che di recente ha fondato la compagnia Stabile/Mobile, segna la prima collaborazione con Emilia Romagna Teatro Fondazione e si colloca nell’ambito della sua ricerca sull’America, già fonte d’ispirazione del ciclo “Francamente me ne infischio”, work in progress in cinque episodi ispirati a Via col Vento.

Il testo racconta la via crucis di una donna segnata da un trauma che l’ha fatta scivolare nel baratro dell’alcolismo e della ninfomania. Ultima erede di una potente famiglia caduta in rovina, Blanche è costretta ad abbandonare la città in cui è cresciuta nella ricchezza e negli agi per sfuggire ai debiti. È cosi che arriva a New Orleans, dove la sorella Stella vive con il marito Stanley, un giovane immigrato polacco dai modi burberi e violenti. In una casa fatiscente la coppia conduce un’esistenza felice anche se estremamente povera, lontana dalle sofisticatezze aristocratiche di Blanche.

La sua presenza scatena fin da subito tensioni e conflitti che spezzano il suo già fragile equilibrio. Naufragata la speranza di sposare Mitch, un amico di Stanley, subisce la violenza del cognato e ripiega nella pazzia come atto estremo di salvezza. Un tram che si chiama desiderio è la fotografia di un conflitto tra due mondi inconciliabili: l’uno, aristocratico e decadente che si ostina a vivere nell’illusione di un passato glorioso; l’altro, proletario e rampante che cavalca con fierezza il sogno americano, il tutto all’interno di una società in pieno mutamento all’indomani della Seconda guerra mondiale.

Foto © Marcello Norberth
Foto © Marcello Norberth

Al Teatro Gobetti, invece, debutta (ore 19,30) Un amore di Swan di Marcel Proust, con la traduzione di Giovanni Raboni, la drammaturgia di Sandro Lombardi e la regia di Federico Tiezzi. Lo spettacolo è interpretato da Sandro Lombardi, Elena Ghiaurov, Iaia Forte. Lo spettacolo sarà replicato fino a domenica 17 febbraio.

Federico Tiezzi dirige il suo nuovo spettacolo a partire da uno dei più grandi autori dell’Ottocento: Marcel Proust. Parte essenziale del primo volume della Recherche, Un amore di Swann è un romanzo nel romanzo e pare pensato dal suo autore anche come “dramma” di grande, tragicomica teatralità. Inzialmente non inserito nel piano originale del’opera, Un amore di Swann è un episodio estraneo, il racconto in terza persona di un’avventura passata, anteriore alla nascita del protagonista. Esso serve a introdurre il personaggio di Charles Swann, alter ego del protagonista, suo modello in tutto il romanzo, e il primo quadro della società parigina, la cui evoluzione nel corso del tempo é uno dei temi del romanzo. Tre sono i personaggi principali: Charles Swann, ricco ed elegante uomo di mondo; Odette de Crecy, bella cortigiana raffinata e opportunista per la quale l’uomo perde la testa; infine Madame Verdurin, ricchissima e snob, animatrice di un salotto nel quale nascerà l’amore tra Swann e Odette.

Proust descrive la storia di un tormento, di un amore che diventa ossessione, malattia, rovina: una vicenda di passione, gelosia, tradimenti nella Parigi della mondanità di fine Ottocento. La passione che divora Swann è il tema di questo spettacolo: amore come gelosia, tradimento, ansia, angoscia, solitudine. Ma anche gioia di possesso, condivisione, forza sensuale… A questo si aggiunge il risvolto pirandelliano che si esplica nel mistero della natura di ogni essere umano, sempre sfuggente: Odette, che appare a Swann come una donna quasi irraggiungibile non é altro che una ex-prostituta. Ritratto di una società in via di disfacimento e analisi accorata, ma anche spietata dei moti dell’animo e delle leggi dell’amore, Un amore di Swann offre la possibilità di una drammaturgia asciutta e tagliente, spumeggiante di toni comici e drammatici, dolenti e ferocemente ironici.

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