A Milano in mostra Il Fumetto Italiano: recensione

La mostra Fumetto Italiano. Cinquant’anni di romanzi disegnati, dopo un precedente allestimento a Roma, viene riproposta al Palazzo della Permanente di Milano dove resterà aperta al pubblico fino al prossimo 10 luglio. In un solo “colpo da maestro” i curatori Paolo Barcucci e Silvano Mezzavilla (in collaborazione con un pool di esperti consulenti e la produzione di Agema e Vidi) ottengono di porre un focus su un genere, quello del graphic novel, in larga parte apprezzato dal pubblico ma i cui meriti e il cui valore non sono ancora sufficientemente riconosciuti, e contemporaneamente raccolgono e organizzano in ordine cronologico i lavori di alcuni tra i più grandi artisti del settore in un unico insieme coerente e logico. È davvero molto interessante, nel visitare la mostra, poter osservare da vicino il lavoro di molte firme celebri attraverso queste trecento tavole originali, e riconoscere in queste le evidenti fonti di ispirazione che hanno influenzato il segno dell’uno o l’altro dei diversi artisti – quaranta – che sono stati qui rappresentati, ma a questo proposito è fondamentale fare una precisazione. Si parla di ispirazione in quanto la componente visuale si rifà a forme e stilemi di grandi pittori della storia dell’Arte, così come sono a volte evidenti leggendo nella loro completezza (non limitandosi quindi a semplici esempi come quelli raccolti nella mostra) molti di questi romanzi a fumetti le influenze e lo stile dei grandi scrittori del passato, ma il risultato che questi “romanzieri grafici” ottengono miscelando le due componenti è per forza di cose del tutto originale e meritorio di una considerazione individuale. Ad “aprire le danze” accogliendo il pubblico è inevitabilmente Hugo Pratt (prima foto della gallery) con la sua Una ballata del mare salato, romanzo pubblicato nel 1967, in cui sono raccontate le vicende di Corto Maltese, affascinante avventuriero e pirata di inizio ‘900 entrato fin da subito nell’immaginario collettivo. La Ballata è considerato in qualche modo il capostipite di questo genere, che ben presto però avrebbe consentito a molti altri autori (e sceneggiatori) di utilizzare liberamente parole e immagini insieme per raccontare storie. Storie originali (il più delle volte) o adattamenti di romanzi celebri, storie autobiografiche e storie in cui eroi ed avventure portano il lettore lontano. Satira e cronaca di tutti i giorni.

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Tragedie e commedie… perché dire “romanzo grafico” vuol dire tutto e contemporaneamente niente, equivale davvero a dire “romanzo” senza specifica. Ci sono romanzi comici e drammatici, Nick Hornby in una libreria può tranquillamente trovare posto a fianco di Henry James e Virginia Woolf, e siccome – questa è la tesi della mostra Fumetto Italiano. Cinquant’anni di romanzi disegnati – ci sono romanzi fatti solo di parole e altri composti da parole e immagini, in mezzo a loro possono tranquillamente essere collocati volumi di Altan e Guido Crepax. Ovviamente ai tre grandi autori già citati (Pratt, Altan e Crepax) si affiancano nell’esposizione altri artisti della parola e della china, e senza pretesa di voler compilare una lista di merito (o fare un elenco esaustivo) tra questi vale la pena ricordare Zerocalcare e Dino Battaglia, Magnus, Elfo e Milo Manara, Andrea Pazienza e Vanna Vinci, Sara Colaone, Davide Toffolo e Massimo Giacon. Ognuno di loro (e tutti gli altri che per ragioni spazio è impossibile citare) non soltanto ha prodotto qualcosa di unico, ma è anche l’equivalente di un tassello di puzzle che dimostra come il genere sia vivo, fecondo e in salute, capace di produrre classici (alcuni dei quali già diventati punto di riferimento per nuovi autori).

L’allestimento di Milano è forse fin troppo spartano, con le opere semplicemente appese in una sorta di ampia e spoglia sala in veste di galleria, con relativamente pochi testi che lasciano essenzialmente spazio al fascino di queste tavole che, viste da vicino, mostrano i segni della componente “artigianale” del lavoro di un artista. Segni, cancellature, i famosi “retini” che fornivano dei pattern geometrici ai disegni molto tempo prima che questi elementi diventassero materia di programmi di elaborazione grafica a computer. Ma forse proprio perché il graphic novel vive al proprio meglio sulle pagine stampate, fortunatamente è stato realizzato un volume edito da Skira che raccoglie non soltanto le tavole esposte, ma anche gli incipit di tutti i romanzi degli autori presentati in Fumetto Italiano. Cinquant’anni di romanzi disegnati. In un romanzo di Agatha Christie (eventualmente trasposto in un fumetto) a questo punto la battuta sarebbe “Signori, il romanzo è servito”. [social title=”Seguici su Facebook” subtitle=”” link=”https://www.facebook.com/CulturaeCulture” icon=”fa-facebook”]

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