IL CAMMINO DI PIETRO A CASTEL SANT’ANGELO

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Gerrit van Honthorst – L’angelo libera Pietro dal carcere – Olio su tela, 131 x 181 cm 1630 circa Berlino, Staatliche Museen, Gemäldegalerie GERMANIA

Nell’anno della fede, voluto da Papa Benedetto XVI, è stato organizzato dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione un nuovo evento emozionante e ricco di significati che si sta svolgendo a Castel Sant’Angelo, a Roma, dal titolo “Il cammino di Pietro”. Si tratta di una mostra curata da don Alessio Geretti e allestita in coproduzione dal friulano Comitato di San Floriano di Illegio e dalla Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Roma. “Il Cammino di Pietro”, prima ancora che un percorso d’arte, è un viaggio della mente e del cuore che avvolge credenti, non credenti e diversamente credenti nella potenza suggestiva di un racconto, in una rappresentazione drammatica di cosa sia la fede, vera protagonista dell’esposizione. Quaranta opere che segnano il cammino della Chiesa dal IV al XX secolo e che mettono in evidenza le interpretazioni diverse e allegoriche di artisti come Lorenzo Veneziano, Vitale da Bologna, Marco Basaiti, Garofalo, Jan Brueghel, Giorgio Vasari, Georges de La Tour, Guercino, Gerrit van Honthorst, Dirk Van Baburen, Luca Giordano, Mattia Preti, Guido Reni, Vasilij Dmitrievic Polenov e Eugéne Burnand. Accanto alle sculture e ai dipinti figurano proiezioni cinematografiche, apparizioni suggestive e alcuni squarci di musica, che completano il racconto in un gioco di sinestesie. L’obiettivo dell’iniziativa? Come si legge in una nota, l’intendo è quello di «porre a confronto stili e scuole e autori commensurabili, per quanto provenienti da opposti capi della terra d’Europa, ma anzitutto per infondere nel visitatore la percezione che la fede è l’intelligenza della realtà scaturita dall’esperienza dell’incontro con Cristo, travagliata e sorprendente». Il percorso espositivo, che si è aperto il 7 febbraio 2013 e si chiude il 1 maggio 2013, è un vero e proprio itinerario di fede che, come sostiene il curatore, don Alessio Geretti,  «non è una convinzione maturata ragionando: è la risposta ad un avvenimento». Nella partita tra Dio e l’uomo, «Dio gioca la prima mossa, rendendosi in diversi modi presente». La fede consiste, continua don Geretti, «in un incontro personale».

m.i. 

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