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Vittoria e Abdul è al cinema: recensione e trama

Il film Vittoria e Abdul – al cinema dal 26 ottobre 2017 – dimostra come anche una regina abbia bisogno di tenerezze, oltre le gerarchie e le apparenze di corte. E a volte il cuore supera i pregiudizi per sentire calore e accoglienza. A dare il volto a Vittoria d’Inghilterra è Judi Dench, straordinaria a conferire umorismo a una donna annichilita e stravolta dai troppi convenevoli. Visibilmente ingrassata e costretta a lunghi pranzi, Vittoria conserva in sé la tenerezza di una bambina, ricordandomi, seppur vagamente, Philomena, altro personaggio interpretato dall’attrice inglese e al Cinema nel 2013. Non hanno in comune nulla queste due donne: l’una è stata cresciuta in un orfanotrofio e ha dovuto abbandonare il suo bambino; l’altra è circondata dalla ricchezza e ha avuto ben nove figli. Eppure entrambe cercano una cosa sola: l’affetto. Un bisogno naturale dell’essere umano.

Sin dalla prima sequenza il film Vittoria e Abdul ci fa sorridere, con gusto, ma senza distogliere lo sguardo dai sentimenti. Intensi primi piani, che mettono in risalto gli occhi azzurri dell’attrice, in contrasto con quelli di Ali Fazal, nei panni di Abdul, si alternano alle immagini dei dettagli (in particolare il cibo nella prima scena) e dei paesaggi. La freddezza esterna rispecchia quella degli animi, incapaci di stabilire empatia soprattutto verso le altre culture. Siamo in Inghilterra tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento. Tutto è stabilito a corte fino a quando la sovrana durante uno dei tanti pranzi succulenti, non nota un commesso, arrivato dall’India per servire alla tavola durante il Giubileo d’Oro. Decide quindi di conoscere questo ragazzo, così giovane ma dallo sguardo fiero e intelligente. Tra i due nasce una profonda amicizia, che porta Vittoria – imperatrice d’India – a stravolgere tutti i piani e i convenevoli di corte.

Vittoria e Abdul

E` l’amicizia, dunque, il filo conduttore di Vittoria e Abdul. Il Cinema ce ne ha spesso parlato, ma questa volta lo fa con uno sguardo nuovo riempendoci di meraviglia, tenerezza e stupore. Scopriamo che la storia, realmente accaduta, fu celata da Bertie (Eddie Izzard), successore dell’anziana regina, il quale fece distruggere tutte le prove tranne una: i diari di Abdul che furono rinvenuti nel 2010.

La macchina da presa di Stephen Frears, che ha diretto anche il già citato Philomena, volge lo sguardo su questa storia inedita, portandola così alla ribalta. Il film è ben costruito e, se proprio vogliamo trovare dei difetti, possiamo coglierli tutti nel personaggio di Adbul, che nella pellicola è poco sviluppato (gli occhi sono tutti puntati sulla regina) ma, se siete curiosi, vi consiglio di leggere il libro della giornalista indiana, Shrabani Basu, edito da Piemme, dove troverete sicuramente altre informazioni. Buona visione!

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Maria Ianniciello

Mi chiamo Maria Ianniciello. Il mio nome intero è però Ianniciello Maria Carmela ma per comodità mi firmo solo Maria. Sono iscritta all’Ordine dei Giornalisti della Campania dal 2007, nell’elenco dei Pubblicisti. Laureata in Lettere (vecchio ordinamento) con il massimo dei voti presso l’Università di Roma Tor Vergata, ho dedicato gli ultimi vent’anni della mia carriera allo studio dei nuovi e dei ‘vecchi’ Media. Nel 2008 ho fondato questo portale dove tuttora mi occupo di analisi del linguaggio cinematografico, televisivo ed editoriale (saggi, libri per bambini e romanzi). Ho lavorato per testate giornalistiche dell’Irpinia e del Sannio, curando anche uffici stampa. Nel 2018 mi sono diplomata in Naturopatia a indirizzo psicosomatico presso l’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica di Milano, diretto dal professor Raffaele Morelli. Ho conseguito poi il Master in Lettura del Corpo mediante la Psicosomatica nel 2019 con la dottoressa Maria Montalto. La conoscenza della Psicologia (disciplina a cui sto dedicando gran parte delle mie ricerche) mi permette di esaminare i nuovi e i vecchi Media con un approccio integrato e molto innovativo.

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