Il ponte delle spie: trama e recensione. La pellicola in onda su Rai 1

Riproponiamo la recensione del film Il ponte delle spie e la trama. La pellicola – uscita a dicembre 2015 – andrà in onda questa sera, 14 novembre 2018, su Rai 1, alle 21.25. Nel cast Tom Hanks e un straordinario Mark Rylance che nel 2016 per questo film vinse il premio Oscar come migliore attore non protagonista.

Il Ponte delle Spie, l’avvincente opera di Steven Spielberg, termina con un finale da cardiopalmo e poi con un’immagine che sintetizza tutto il film: siamo negli Stati Uniti, l’avvocato James Donovan (Tom Hanks) è tornato in patria, dopo un estenuante viaggio a Berlino che ha messo a dura prova il corpo quanto la mente dell’uomo. La regia indugia su un gruppo di ragazzini americani che saltano con entusiasmo su un muretto. La ripresa rievoca un’altra toccante sequenza: questa volta siamo nella capitale tedesca, è notte, e l’avvocato è su un treno quando vede alcuni giovani avvicinarsi al muro della discordia per oltrepassarlo ma è il periodo della Guerra Fredda e, quindi, quei ragazzi in cerca di democrazia vengono trucidati dai cecchini. Ed è tutta in queste due scene la bellezza di un film in cui ragione, sentimento e istinto si alternano con saggezza, riuscendo a coinvolgere, in alcuni istanti, con distacco per fare spazio solo alla Storia, a differenza di Salvate il Soldato Ryan o di Schindler’s List, dove Spielberg fa leva innanzitutto sulle emozioni, commuovendoci fino alle lacrime.

Con Il Ponte delle Spie il cineasta riesce ad appassionarci grazie alla forza dirompente delle immagini in movimento e a un duo di grandi attori, come Tom Hanks e la spia sovietica interpretata da Mark Rylance, entrambi nel film portatori di saldi principi etici nonostante la loro diversa provenienza e cultura. A dimostrazione che il seme della giustizia può nascere ovunque. La cinepresa sminuzza i dettagli nella primissima parte, si avvicina al volto dei personaggi con primi piani intensi e disarmanti per poi condurci nel cuore della Germania distrutta dalla guerra e disorientata dall’ennesimo conflitto che si combatte non con le armi bensì con le informazioni. Negli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento si tentava l’impossibile, spesso con un’ipocrisia imperante, per far credere all’opinione pubblica internazionale che il sistema giudiziario americano fosse equo con tutti, garantendo diritti e una difesa.

il-ponte-delle-spie trama recensione

L’etica è, dunque, l’asse portante de Il Ponte delle Spie, la cui trama ruota intorno alla storia, realmente accaduta, dell’avvocato James Donovan che deve difendere una spia russa in patria e che poi dovrà a Berlino negoziare uno scambio sia con i sovietici sia con la Germania dell’Est per ridare la libertà a un pilota statunitense e a uno studente di Yale, entrambi finiti nelle mani del nemico. Donovan è espressione autentica di quei principi che hanno reso grande gli Stati Uniti e che possono essere sintetizzati nel colloquio che il protagonista tiene con un agente della Cia: «Io sono irlandese, lei è tedesco, ma cosa ci rende entrambi americani? Una cosa sola. Una. Una. Una. Il manuale delle regole, lo chiamiamo Costituzione, e ne accettiamo le regole e questo ci rende americani, perciò non mi dica che non esiste il manuale delle regole».

Sebbene tra le righe si intravedano un eccessivo patriottismo e un pizzico di retorica sentimentale, equilibrati però dall’ottima sceneggiatura, questo film è l’ennesimo capolavoro di Steven Spielberg e soprattutto è un lungometraggio necessario perché ricorda a tutti su quali valori si reggono le democrazie d’Occidente che sono certamente fallaci, deludenti e contraddittorie nelle loro metodiche, ma al momento sono pure l’unico sistema politico che garantisce ai cittadini una certa libertà di pensiero. Da non perdere, dunque! Ed ecco il trailer. m.i.

 

 

Commenti

commenti

Lascia un commento

Torna in alto