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Cinque secondi, il film di Paolo Virzì con Valerio Mastandrea

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In cinque secondi può cambiare una vita. Recensione del film

Bastano cinque secondi per cambiare il corso di una vita: ce lo dice Paolo Virzì senza sbavature né esitazioni in un film che tocca le corde più profonde dell’essere, tra energia vitale che si comprime, per chiudersi, ed energia vitale che si espande, tra mezza età e gioventù, tra una paternità disattesa e una maternità ossessiva, controllante, perché fare la cosa giusta quando si ha un figlio o una figlia disabile non è mai semplice.

E’ il numero cinque che segna il destino di Adriano (Valerio Mastandrea), avvocato di successo, che si è chiuso nella campagna toscana, in quel che un tempo erano le scuderie di villa Guelfi. Virzì ci svela il passato doloroso di Adriano, un poco alla volta, con ritmo cadenzato e senza fretta, come per sfuggire alla frenesia dei nostri giorni. Il dolore viene smorzato dall’ironia di un Mastandrea superlativo che riesce a farci sorridere nonostante il dramma vissuto dal suo personaggio.

La simbologia del numero cinque e la rinascita

Adriano vive tra il sudiciume e il disordine quando nella sua vita compaiono alcuni ragazzi e ragazze che strizzano l’occhio ai Figli dei Fiori degli anni Sessanta. Svestiti dei dogmi politici, questi ragazzi simboleggiano una gioventù selvaggia ma istruita che cerca nei ritmi della natura il proprio futuro. A capo di questo gruppo c’è Matilde (Galatèa Bellugi), nientemeno che la discendente del nobile proprietario della terra e della villa. Tra Adriano e la ragazza, che è incinta, si crea un rapporto di complicità che trasformerà il protagonista aiutandolo ad affrontare i suoi demoni.

Come detto, in cinque secondi può accadere di tutto, ed è proprio nella simbologia del numero cinque che il nuovo film di Virzì si racconta in tutta la sua profondità. Il cinque, tra le altre cose, è associato alla libertà del cercatore che sperimenta e vive appieno la vita, con un pizzico di sana follia (mi è piaciuta tanto Valeria Tedeschi nel ruolo di Giuliana) che però può costare cara se non equilibrata dal buon senso. Da non perdere!

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