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Il permesso – 48 ore fuori: trailer, trama, recensione

Il permesso - 48 ore fuori è nelle sale dal 30 marzo 2017. Ecco il trailer, la recensione e la trama del secondo film di Claudio Amendola come regista.

Come possono comportarsi quattro detenuti che hanno ricevuto il permesso per stare 48 ore fuori dal carcere? Quali potrebbero essere i posti che visitano per primi, quali le azioni che intraprenderanno e come le loro vite s’intrecciano? Se l’è chiesto, con il film Il permesso – 48 ore fuori, Claudio Amendola, che si rimette alla prova per la seconda volta come regista. Il suo lungometraggio decolla solo nel secondo tempo perché tutto il primo è dominato dall’attesa che, gradualmente, diventa pathos.

Il permesso – 48 ore fuori è, però, un film ben costruito che rievoca le atmosfere cupe di Suburra, con quell’accento romanesco di borgata ed è proprio nelle periferie che Amendola ambienta gran parte del suo film con un’unica grande eccezione: la residenza altolocata di Rossana, anche lei detenuta, che riporta nella mia mente (non so perché) alcune immagini de I Vitelloni di Federico Fellini. Eppure qualcosa ne Il permesso – 48 ore fuori non ingrana mai del tutto, nonostante le tante scelte vincenti come la sparatoria (una delle poche) che ricalca negli intensi primi piani i western di Sergio Leone, rendendo così la sequenza molto avvincente.

L’umanità – descritta da Amendola -, anche se per alcuni versi mostra con un po’ di cautela gran parte dei suoi lati oscuri, può, volendo, avere una seconda chance. In che modo? Grazie all’amore e ai legami familiari che per l’attore e regista romano sembrano essere al centro di tutto. Solo l’amore riabilita e guarisce. La vendetta al contrario uccide il cuore e il corpo! I quattro detenuti sono sapientemente interpretati da Claudio Amendola, Luca Argentero, Valentina Bellé e Giacomo Ferrara.

Questi personaggi cercano di redimersi attraverso i rapporti interpersonali: le vecchie amicizie, un figlio che sta prendendo una brutta strada, una moglie sparita e diventata per forza di cose prostituta, una madre ricca e per certi versi assente. A volte si sopravvive in carcere immaginando tutto il bello che potrebbe accadere fuori e, se ciò non avviene, le reazioni possono essere molteplici. Esse cambiano in base alla situazione che potrebbe non essere sostenibile emotivamente.il permesso - 48 ore fuori trailer

In realtà abbiamo la forza di sperare proprio perché immaginiamo qualcosa di diverso, di alternativo, di migliore e di autentico che possa renderci parte del mondo e non succubi di una realtà opprimente. Il giardinaggio potrebbe essere un buon investimento per Angelo. Tuttavia, come accennato, soltanto con l’Amore si riesce a vedere con chiarezza cosa ci aspetta fuori dalle sbarre (vere o immaginarie), dietro alle quali ci siamo o siamo stati rinchiusi per rendere la nostra esistenza, forse, più sopportabile. Questo è ciò che mi evoca Il permesso – 48 ore fuori, di cui alleghiamo il trailer.

 

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Maria Ianniciello

Giornalista culturale. Podcaster. Scrivo di cultura dal 2008. Mi sono laureata in Lettere (vecchio ordinamento) nel 2005, con il massimo dei voti, presso l'Università di Roma Tor Vergata, discutendo una tesi in Storia contemporanea sulla Guerra del Vietnam vista dalla stampa cattolica italiana. Ho lavorato in redazioni e uffici stampa dell'Irpinia e del Sannio. Nel 2008 ho creato il portale culturaeculture.it, dove tuttora mi occupo di libri, film, serie tv e documentari con uno sguardo attento alle pari opportunità e ai temi sociali. Nel 2010 ho pubblicato un romanzo giovanile (scritto quando avevo 16 anni) sulla guerra del Vietnam dal titolo 'Conflitti'. Amo la Psicologia (disciplina molto importante e utile per una recensionista di romanzi, film e serie tv). Ho studiato presso l'Istituto Riza di Medicina Psicosomatica il linguaggio del corpo mediante la Psicosomatica, diplomandomi nel 2018 in Naturopatia. Amo la natura, gli animali...le piante, la montagna, il mare. Cosa aggiungere? Sono sposata con Carmine e sono mamma del piccolo Emanuele

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