“Chiedo scusa al sig. Gaber”, la recensione dello spettacolo

IacchettiAlla fine dello spettacolo, ci si rende conto che Enzo Iacchetti e i suoi straordinari musicisti non devono chiedere scusa a nessuno. Uscendo dal teatro, allegri e soddisfatti, si realizza che lo show appena visto, ed al quale ci si era avvicinati magari con un pizzico di scetticismo (reo confesso) provenendo da centinaia di spettacoli di prosa, è di grande qualità ed estrema accuratezza. Enzo Iacchetti, gran voce la sua, sorprendente, accompagnato dalla Witz Orchestra, ha divertito e in alcuni momenti stupìto il numerosissimo pubblico presente nel piccolo teatro Lo Spazio di Roma, con lo spettacolo con cui gira l’Italia ormai da qualche anno. Non basta proporre una parte del repertorio delle canzoni di Gaber per riscuotere successo e infatti loro non si limitano a eseguire delle semplici cover, niente affatto. L’Enzo nazionale ha avuto l’intelligenza, la sfrontatezza, diciamo anche la genialità di stravolgere le celebri canzoni del suo amico Giorgio, riarrangiandole con stupefacente maestrìa e interpretandole nel migliore dei modi. Nella più bella tradizione del teatro canzone, i dodici brani eseguiti sono ben miscelati con brevi e incisivi monologhi che hanno il pregio di rendere l’atmosfera colloquiale, intimista, quasi una chiacchierata informale col pubblico e che servono a lanciare il brano successivo. Quelle che lui chiama “contaminazioni”, sono operazioni musicali e vocali di estrema difficoltà, ma non c’è una sbavatura nell’esecuzione dei brani, che a volte arrivano a contenerne altri otto, se non di più. Repertorio frizzante, che spazia da Trani a go-go a Il Riccardo, da Come è bella la città a Torpedo blu, per passare alla travolgente L’orgia, in cui i cinque sul palco riescono ad inserire in un solo spartito almeno altri nove motivi, da lasciare letteralmente a bocca aperta! Il momento toccante arriva con la splendida Se ci fosse un uomo, canzone di grande profondità e un pizzico di amarezza per i tempi ancora oggi medievali, in attesa di un rinascimento che al momento non si vede. Si divertono sul palco, si intuisce la grande sintonia tra Iacchetti e il resto della band soprattutto quando danno vita, con Porta Romana, a un’esibizione di tale virtuosismo musicale e teatrale da mandare in visibilio la platea. Quello che sorprende è ammirare l’assoluta naturalezza di tutti gli interpreti e la potenza vocale di Loretta Califra, soprano eccellente. Tra una canzone e un monologo, tra battute di un umorismo a volte forse anche troppo raffinato per essere recepite da un pubblico non sempre molto reattivo (ah, le prime…), la serata corre via in due ore senza sosta, con assoluta godibilità e pregna di stile, fortemente caratterizzata dalla bravura di Iacchetti, che chiude con la trascinante Barbera e Champagne, onorando Jovanotti e Zucchero per averli inseriti nello spartito. Tanti i volti noti presenti in sala. Tra gli altri Vittoria Belvedere, Enrica Bonaccorti, Maria Rosaria Omaggio, il Maestro Mazza, Fausto Bertinotti, Adriana Russo, Jimmy Ghione e il Principe Ruspoli. No, non deve chiedere scusa Iacchetti. Piuttosto, spetta a noi ringraziarlo per questa ventata di freschezza che, lungi dall’essere un’operazione nostalgica, porge al pubblico, con grande stile, qualità a piene mani. Da non perdere.

Paolo Leone

Scheda Spettacolo

Teatro Lo Spazio di Roma in via Locri 42 dall’8 al 27 aprile 2014.

Con Enzo Iacchetti.

Witz Orchestra con Loretta Califra, Toni Soranno, Fabio Soranno

Al Pianoforte c’è il Maestro Marcello Franzoso

Ufficio stampa del Teatro Lo Spazio a cura di Elisabetta Castiglioni

Ufficio stampa nazionale NewTone: Manuel Magni e Samantha Nocera

 

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