Biagio Antonacci sul nuovo album: «L’Amore ci spoglia»

biagio antonacciE’ un Biagio sorridente, curioso e pronto ad affrontare una nuova avventura. Un 50enne con l’energia e lo sguardo di un ragazzino, che ancora si emoziona e si fa coinvolgere dalla bellezza della vita e dalle mille intemperie che essa scatena. E’ anche un Biagio all’avanguardia: il nuovo album, “L’Amore comporta”, in uscita martedì 8 aprile su etichetta Sony Music, è stato, infatti, presentato oggi attraverso uno speciale Hangout, in collegamento non solo con l’Italia ma anche con tanti fan e giornalisti all’estero.

«L’Amore comporta è nato e cresciuto con l’aiuto di Michele Canova, tra gli studi di Milano e quelli di Los Angeles. Mi sono fidato ciecamente di lui. Si è occupato degli arrangiamenti e di far suonare musicisti internazionali – spiega Antonacci durante la presentazione del disco – Le canzoni nascono nude, poi bisogna vestirle. Io dall’Italia mi sono occupato dei testi e di trovare un abito a ciascun brano dell’album». Il disco nasce da una forte esigenza di esprimersi e di analizzare l’amore, come spiega il cantautore: «L’amore è istinto finché dura, poi quando finisce diventa razionalità. L’amore ti spoglia, ti fa sentire nudo ma non bisogna averne paura. Quando ci si innamora ci si ammala, si vive di passione ma anche di ansie e incertezze. Non bisogna aspettarsi troppo dall’amore ma non dobbiamo neanche fuggire dai sentimenti. Impariamo a soffrire perché solo così passiamo conoscere i nostri limiti e crescere». Biagio sembra avere le idee molto chiare su come affacciarsi alla vita e sull’importanza di seguire l’istinto e il cuore, nonostante i tormenti. «L’amore va frequentato, ma nel disco non parlo soltanto di amore tra uomo e donna, uomo e uomo, donna e donna. Con le mie canzoni analizzo anche altre forme d’amore come l’amicizia, lo stare insieme mentre si cucina o ci si frequenta, l’amore per lo studio, per la famiglia, per la vita».

BIAGIO ANTONACCI FORUM

 Nella sua ultima fatica discografica, l’artista di Rozzano ha voluto interpretare per la prima volta in carriera un brano non suo ma scritto da un illustre collega. «Dopo 12 album è provato una grandissima emozione – racconta Biagio – Cantare una splendida canzone scritta, arrangiata e prodotta dal grande Paolo Conte. Quando mi ha chiamato proponendomi un testo già pronto e realizzato apposta per me, non ci credevo. Pensavo fosse uno scherzo! Poi abbiamo parlato a lungo al telefono. Mi ha raccontato della sua vita, della moglie e di tante altre cose. Mi ha sorpreso perché tutti noi lo conosciamo come uomo schivo, riservato, diffidente e che ama stare più all’estero, dove ha un grande successo, piuttosto che in Italia. Le Veterane è un regalo bellissimo».

VINILE_Layout 1La cover che accompagna il disco è particolarmente artistica e originale. Il volto di Biagio si presenta serio, quasi concentrato, come se stesse scrutando qualcosa oppure osservando qualcuno. «In realtà la copertina è nata un po’ per caso – spiega il cantautore – Canova mi ha scattato una foto in studio. Indossavo gli occhiali. Devo dire che sono davvero brutto nell’immagine però sono io, in un determinato momento. Riguardandola qualche giorno dopo lo scatto, modificata con colori e giochi di luce, mi ha colpito. Ho deciso che doveva essere la copertina del nuovo album. Rappresenta la mia trasformazione, la mia metamorfosi ma anche la voglia di ricerca continua».

 A proposito dei brani de “L’Amore comporta”, Antonacci si sofferma su “Barbara”, pezzo dedicato ad una donna. «Barbara è una ragazza che ha dai 20 ai 30 anni. Laureata e pronta ad affrontare la vita. Ha capito che per essere vincente nella vita occorre essere indipendente, anche dalla propria famiglia e dal proprio uomo. Ho sempre scritto tante canzoni per le donne e sulle donne. Sono la mia fonte d’ispirazione. Ma a 50 anni suonati ho capito di non averle mai capite veramente! (ride. ndr). E’ impossibile. Però, se sono quello che sono e se ho avuto successo, lo devo a loro. La donna è sempre fedele alla musica, l’uomo segue invece le mode del momento. Agli inizi avevo quasi esclusivamente un pubblico femminile, un aspetto che mi ha anche messo in difficoltà. Ora però ne vado fiero. La testa delle donne mi ha regalato il successo. Oggi le cose sono cambiate, ci sono anche molti uomini ai miei concerti».

Durante la presentazione del disco, Biagio Antonacci si è soffermato anche a parlare del ruolo della musica e di giovani, dialogando con gli studenti in collegamento streaming: «La musica è importante ma non può risolvere i problemi della vita o salvare il mondo. Aiuta ad alleviare le sofferenze e a sognare. Vorrei che la politica cominciasse ad aiutare veramente i giovani affinché possano realizzare i propri sogni, dopo tante fatiche e tanto studio. Chiedo ai politici di parlare un linguaggio reale, di smetterla con false promesse, illusioni e bugie. I giovani non devo essere sfruttati sul posto di lavoro, non devono essere usati come servi durante infiniti tirocini. Devono avere la dignità di camminare a testa alta e di costruire il proprio futuro. Lo so bene che nessuno ti regala niente. Io stesso arrivo dalle case popolari e dall’ottavo piano di un palazzo di Rozzano osservavo il mondo e sognavo grandi cose. Il successo è arrivato ma a 30 anni. Mi dicevano che ero già vecchio. Credo anche di aver raccolto più di quanto ho seminato. Ma senza fatica non si raggiungono i risultati sperati».

In ultima battuta, Biagio ha voluto parlare dei due concerti-evento che si terranno a fine maggio in due città simbolo della sua storia di uomo e di professionista. «Palco Antonacci partirà il 24 maggio da Bari, città natale di mio padre nella quale ho trascorso anni meravigliosi con amici e cugini. Con me sul palco ho voluto l’amico Giuliano Sangiorgi dei Negramaro e Alessandra Amoroso, per la quale ho appena scritto un brano. Poi farò tappa a Milano, il 31 maggio. Detterò con Laura Pausini, a cui voglio bene come fosse una sorella, e con Eros Ramazzotti. Sarà l’occasione per festeggiare con questi amici e con tutti i fan i miei 50 anni e l’inizio di una nuova avventura per la quale sento di essere emozionato come un 18enne».

Silvia Marchetti 

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