Lo spotting premestruale, le radici e il talento da far emergere

Elena (il nome è di fantasia) soffriva di spotting premestruale da quindici anni senza trovare una soluzione perché gli esami erano perfetti e nessun ginecologo riusciva a risalire esattamente alla causa. Qualcuno le aveva suggerito di assumere il progesterone, qualcun altro le aveva parlato di stress. Lei si guardava, però, dentro cercando di comprendere appieno il significato di quel malessere che certo la infastidiva ma che non poteva ignorare perché puntualmente ogni mese lo spotting premestruale si ripresentava con disagi psicofisici, soprattutto emotivi. S’intestardiva con l’alimentazione ‘corretta’ (che pure ha la sua importanza) e con tecniche che le davano giovamento su altri piani ma che non risolvevano la situazione.

spotting premestruale

Il suo flusso stentava a partire e non era dinamico, così come statica era lei e la sua vita. Le lucubrazioni mentali e un rapporto con la propria femminilità non naturale la chiudevano in una rigidità che si ripercuoteva sul corpo e sulle pareti uterine. E, infatti, Elena aveva notato che i suoi progetti stentavano a partire e si era ricordata che anche i primi passi nel mondo erano stati esitanti, siccome era nata con una lussazione all’anca. Non so quanto quel ricordo l’abbia aiutata a superare il disagio, so solo che lei mi parlava d’immagini e sensazioni, di sentimenti e di atteggiamenti e so, che dopo averle suggerito di cominciare a cambiare ritmo, lei da sola ha fatto il resto risolvendo il suo problema. Le ho spiegato che l’inconscio è molto potente e che deve avere pazienza con se stessa, perché potrebbe ricadere in quello schema quando meno se lo aspetta, quindi bisogna continuare a stare nell’azione e nel presente.

Elena si è messa in contatto con le proprie radici e, anziché tentare di controllare il flusso quasi di trattenerlo (il sangue è energia vitale e anche le mestruazioni sono vita che torna alla terra), ha cominciato a lasciarsi andare riscoprendo un talento che aveva dimenticato di avere. E` più attiva e pensa meno prima di immergersi in una nuova esperienza. L’aromaterapia per via olfattiva l’ha aiutata. Cosa c’entra lo spotting premestruale con le radici? James Hillman affermava che la ghianda ha già in sé l’immagine della quercia. Le radici nutrono l’albero che può svolgere la propria funzione in piena autonomia contribuendo a questo grande mistero che è la vita. Senza le radici, non ci sarebbero né quercia né ghianda.

Nella tradizione indiana le radici si collocano alla base della colonna vertebrale. In questa zona, secondo lo Yoga, c’è un punto energetico che ci mette in collegamento con la Terra dalla quale prendiamo nutrimento. Se questo punto è in disequilibrio, ci sentiamo spaesati. Se l’energia è in eccesso, siamo attaccati alle cose materiali e ci facciamo dominare da emozioni come la gelosia, l’avarizia e la paura della perdita. Avete presente il vecchio del romanzo di Charles Dickens, Il Canto di Natale? Ebbene siamo un po’ come lui! Quando questo punto è chiuso, al contrario viviamo nella paura e, quindi, siamo più soggetti all’ansia e al panico, è un po’ come se la terra ci mancasse sotto i piedi. Non siamo stabili! Questo punto è anche legato al nutrimento e al rapporto con la mamma e con il nostro bambino interiore! Sbloccarlo e far defluire l’energia liberamente aiuterà anche il nostro talento (soffocato dalla paura o dalla troppa concretezza) a manifestarsi, perché ciascuno ha qualcosa di magico dentro di Sé.

N.B. Questo articolo non sostituisce il parere di un medico. Se soffri di spotting fai tutte le indagini mediche del caso e poi puoi intraprendere un percorso olistico con un approccio integrato. La salute è un bene prezioso! 

Commenti

commenti

Lascia un commento

Torna in alto