L’India e le donne, quando andare “in bagno” fa paura

donne indiaChiedersi perché non ha più senso ormai. Capire le cause, senza curarne gli effetti, non serve. Non più.

Perché, si sa, le religioni salvano e uccidono. Salvano se capite e non estremizzate. Uccidono se diventano integraliste. Dall’India abbiamo importato la meditazione e lo yoga, tuttavia poco conosciamo di questo Paese, che noi riteniamo spesso contraddittorio. Ma chi è sempre coerente? Nessuno.

I crociati combattevano in nome di Cristo che invece predicava amore e pace. Non è una contraddizione questa?

Concentrandoci però sui fatti, è notizia recente che una giovane donna nell’Uttar Pradesh indiano è stata violentata e uccisa da un branco di uomini. E purtroppo non si tratta di un caso isolato. Solo nel 2012, affermano le autorità, sono stati denunciati 24mila stupri in India. Considerando che poche sono le donne che hanno il coraggio di denunciare, i numeri potrebbero essere molto più elevati. Nel 2013 a Delhi sono state violentate 1559 ragazze. Dati impressionanti. Le donne, racconta Adriano Sofri questa mattina su laRepubblica (giovedì 5 giugno 2014, pag. 27), escono dalle loro abitazioni al buio, impaurite. E non per andare in discoteca, ma (badate bene) per fare i loro bisogni. Nell’India rurale, infatti, 65 abitazioni su 100 non hanno i servizi igienici. Le persone, dunque, sono costrette a uscire di casa; le donne devono farlo di notte, con le tenebre, perché durante il giorno è sconveniente. A questo si aggiunge anche un altro fatto, da non sottovalutare: le bambine vengono uccise alla nascita o denutrite in modo che non possano sopravvivere, perché costerebbero troppo ai genitori, a causa delle dote. Di conseguennza la sproporzione maschi/femmine potrebbe far aumentare considerevolmente il fenomeno degli stupri. La natura mette tutto in equilibrio e un’umanità senza donne si estinguerebbe. L’ignoranza, però, e soprattutto i benefici a breve termine hanno la meglio in un Paese poverissimo che sta inconsapevolmente rinunciando a una parte di sé in nome di un progresso che non gli appartiene. L’Oriente emula l’Occidente, prendendo però da quest’ultimo solo gli elementi negativi. Lo aveva capito Tiziano Terzani, giornalista che sapeva guardare e ascoltare veramente. E i fatti gli stanno dando ragione. Ahimè!

Maria Ianniciello

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