Nel film “Trash” il Brasile delle favelas e l’onestà di tre bambini

La trama e la recensione del film “Trash”, al cinema dal 27 novembre 2014

Trash Fare la cosa giusta, può essere complesso e pericoloso soprattutto se vivi in realtà dove dilaga la corruzione, il cui sistema politico s’intreccia con quello giudiziario e viceversa, in nome di un potere che schiaccia i più deboli. Eppure a volte, qualcuno trova il coraggio di ribellarsi, creando uno strappo, una cerniera, uno spiraglio di luce per coloro che – annichiliti da errate percezioni imposte dall’alto – vivono in una sorta di limbo senza speranza. Quel qualcuno in genere è un bambino che ricoperto di stracci sa ancora fidarsi del suo intuito e perciò riesce a capire qual è la cosa giusta da compiere.

Stephen Daldry nel suo film “Trash”, uscito nelle sale il 27 novembre scorso, cerca un nuovo punto di vista e, attraverso gli occhi generosi dei più piccoli, con la sua macchina da presa ci conduce in Brasile, in particolare in una favela ubicata al centro di una discarica.

Trash film

Qui due bambini, Rafael e Gardo, trovano un portafoglio, sulle cui tracce c’è un noto e corrotto politico locale. Rafael, spinto da suo intuito, capisce che il prezioso ritrovamento nasconde un segreto non rivelato e, quando la polizia elargisce una ricompensa per quel portafoglio, i due bambini, con l’aiuto del loro amico Rato, vogliono saperne di più. Inseguiti dalla polizia, i tre ragazzi sapranno qual è la cosa giusta da fare anche a costo di perdere la vita per ridare una speranza agli abitanti della favela e in genere a tutti i poveri e i diseredati di un Brasile che, pensa alle grandi opere, dimenticando i suoi figli immersi nella spazzatura, tra topi di fogne. Con “Trash” approda finalmente sul grande schermo una storia positiva, dove valori quali l’amicizia e l’onestà sono riconosciuti e dove ci si entusiasma ancora, magari per un piatto caldo o per un abbraccio dato con il cuore.

Questa pellicola è stata paragonata a “The Millionaire” (2008), io invece nel film di Stephen Daldry ci vedo molto di più. In “Trash” c’è un profondo senso etico e civico che fa anteporre i bisogni della collettività a quelli dei singoli di un grande Paese che può trarre forza solo partendo da popolo delle favelas.

Trailer: http://youtu.be/7fZLFJ3ljdo

Maria Ianniciello

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