Tartarughe Ninja, un film solo per dodicenni?

Il trailer, la trama e la recensione del film “Tartarughe Ninja”, nelle sale dal 18 settembre

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Dopo le celebri tavole disegnate dai cartoonist Peter Laird e Kevin Eastman nel 1984, cinque serie televisive e ben quattro film, tornano i mutanti ninja che abitano il mondo sotterraneo di New York e hanno per guida spirituale Splinter, un topo umanoide. Il quartetto di rettili corazzati, a trent’anni dalla sua creazione, vive ancora nelle fogne, ama la pizza, le boy band, stringe amicizia con una bella reporter di Channel 6 e si scontra sempre col samurai guerrafondaio Shredder, a capo di una lobby segreta, il Clan del Piede, che vuole mettere a ferro e fuoco Manhattan. tartarughe ninjaNel reboot fortemente voluto da Michael Bay, re Mida incontrastato del blockbuster fracassone, c’è spazio anche per un ritorno alle origini di Michelangelo, Donatello, Raffaello e Leonardo, testuggini adolescenti mutate a causa di un esperimento genetico ordito dagli alleati senza scrupoli del pericoloso clan. Rinverdire i fasti di un franchise iconico e tanto produttivo come quello delle Tartarughe Ninja, vuol dire pensare poco a una poetica “operazione nostalgia” e molto alle logiche commerciali della serialità hollywoodiana, tanto che, subito dopo la partenza col botto nel primo weekend di programmazione (ben 63 milioni di dollari), è stata resa ufficiale la data del prossimo “sequel del reboot” previsto per il 2015. Già, “sequel del reboot”, ormai funziona così, si cerca di spremere fin che si può da una saga di successo. Sulla scia del primo lungometraggio approdato sul grande schermo nel 1990 “Tartarughe ninja alla riscossa”, il mestierante Jonathan Liebesman imprime un ritmo serrato a questo nuovo capitolo, partito sotto i migliori auspici grazie ad un intro seriosamente dark, ma terminato nel peggiore dei modi, tra gli scivoloni, i capitomboli e le battute tardo adolescenziali degli umanoidi finto nerd e bambini nell’anima. Siamo dalle parti di un “Howard e il destino del mondo” più edulcorato ma con protagonisti analoghi, da operetta e senza spessore, incapaci di sembrare attori in carne e ossa rispetto ai miracoli della Cgi e della performance capture che rendono straordinarie le movenze e la gestualità delle tartarughe. Ma, come Christopher Nolan o Joss Whedon insegnano, non si può dare spazio ai soli “mirabilia” della tecnica. Racchiudere la caratterizzazione dei personaggi nei jeans sempre troppo stretti di Megan Fox o nella bidimensionalità tanto teen e poco cool di guerrieri ridotti a saltimbanchi demenziali, può nuocere all’affluenza in sala. Questo nuovo episodio delle Tartarughe ninja, indeciso se declinarsi nel nuovo filone del supereroe hi tech o se caratterizzarsi come grottesca parodia fuori tempo massimo, potrà accontentare solo un pubblico under 12, o qualche sfegatato fan della serie incapace di usare quella imparzialità critica che sta costringendo me stesso, cresciuto con il cartoon degli anni 80, a scrivere queste righe. La rocambolesca avventura dei quattro samurai sembra indulgere, più che ai primi due film della trilogia (affreschi cupi e ombrosi pur se amalgamati col solito humour caricaturale), alla terza e fallimentare peripezia ambientata nel Giappone feudale del XVII secolo o agli allegri cartoons che, a partire dal 1987, sfumarono il coté urban gothic del fumetto in divertenti caroselli animati. Divertirà i più piccoli, farà dimenticare i mutanti ninja a chi li conosceva già, non farà presa su neofiti sopra i 12 anni.

Trailer: http://youtu.be/1lqJPke5qv4

Vincenzo Palermo

 

 

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