Soldi, soldi, soldi. Da avere comunque e da spendere allegramente, ma non da fare.

Da avere comunque e da spendere allegramente, ma non da fare, i denari sono miraggio e spinta per azioni anche vergognose: lo confermano gli scandali emersi fin dalla fine della seconda guerra mondiale. L’Italia, dopo qualche sbandamento, imboccò la via giusta, accettando la Repubblica e la Costituzione, che,però, non riuscirono ad identificarsi col Popolo pur sovrano, nonostante il miracolo economico, dovuto invero anche a strutture che già avevano conseguito successi mondiali nello sport, nella cantieristica navale, nell’aeronautica, nell’ automobilismo e nella ricerca: il sessantotto vittorioso evidenziò carenze nella giovane repubblica, che non furono viste o non si vollero vedere, neanche quando servitori dello stato pagavano con la vita l’amore per la legalità, per la giustizia e per la giustizia sociale, le quali, ancora oggi fanno morire. Si visse come se Repubblica e Costituzione fossero nuovi ed importanti beni culturali, ma non unità e forza di Popolo, che spesso purtroppo è costretto a confondere politica con interessi di parte o personali ed a vedere finanza come pozzo senza fondo, da cui attingere per soddisfare istinti e piaceri: pubblico e stato sono da rapinare, mandando alle stelle debito pubblico, comunque accollato al popolo. Si spende e si spande anche quando cittadini vivono in ristrettezze: in nome di repubblica, democrazia, giustizia sociale, Costituzione, codici vigenti e morale si sbandierano conquiste politiche, civili e sociali, mentre non si risolvono problemi e non si appianano squilibri. Privilegiati, che sentono odore di rigore, urlano a rigurgito fascista o gridano ad antipolitica, ignorando che il fascismo è definitivamente morto e che ogni associazione umana , anche primitiva, è politica. Non si parla che eccezionalmente di chi indegnamente ricopre cariche ed incarichi, tanto è diffusa la moda di infilare in prestigiosi posti pubblici e privati amici e parenti, spesso sprovvisti di meriti e capacità, e mandando a far trista statistica i non ammanigliati. L’Italia è patria di grandi, di cui si va perdendo memoria ed orgoglio, e però pure di artisti della rapina: pubblici servitori, indiziati e condannati, e popolo, degradato in illegalità, ostacolano l’uscita dalla crisi. La Costituzione, non ama miracoli, ma consente di farli con la coerenza, con la correttezza e col buon esempio, indicati chiaramente fin dall’inizio.

Nunziante Minichiello

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