LA PUNIZIONE CHE FERISCE

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Negli Stati Uniti il Wall Street Journal ha aperto un dibattito sul metodo educativo denominato “Terapia d’interazione tra genitori e figli”. Una metodica che privilegia elogi e abbracci a discapito di punizioni troppo severe, le quali, avvertono gli psicologici che sostengono e portano avanti questa tesi, possono danneggiare il bambino, tanto da fargli perdere l’autostima. A confermare questa teoria è Elena Dompè dell’Opera Nazionale Montessori che su Cultura e Culture afferma: «Un eccesso di severità può generare nel bambino atteggiamenti aggressivi, attraverso i quali l’infante manifesta la sua impotenza – spiega -. Il metodo di Maria Montessori per esempio vuole stimolare la libera scelta del bambino, il quale decide di sua spontanea volontà le attività che preferisce nell’ambiente creato per lui dagli educatori. Cioè sceglie in base ai suoi bisogni del momento». L’obiettivo? «Abituare la persona sin da piccola ad aver fiducia in se stessa», spiega la Dompé che spezza una lancia anche a favore dei genitori, «il cui compito – sostiene – è molto arduo perché spesso devono fare i conti con le difficoltà quotidiane».

Maria Montessori è stata la prima donna medico in Italia ed è ricordata soprattutto per il suo innovativo metodo pedagogico che stimola l’esperienza sensoriale del bambino in modo da agevolarlo nel processo di apprendimento. La scuola dunque, insieme ai genitori, ha il fine di creare cittadini consci dei loro diritti e doveri, persone capaci di pensare con la loro testa, senza trasformarsi, come sosteneva la stessa Montessori, in quell’esilio in cui l’adulto tiene il bambino fin quando è capace di vivere nel mondo degli adulti senza dar fastidio.

Le punizioni, dunque, hanno la loro utilità, ma se troppo severe potrebbero creare dei disagi nel bambino. Infatti, secondo i sostenitori della terapia d’interazione tra genitori e figli, i buoni comportamenti, se stimolati attraverso l’elogio, si ripeteranno a discapito dei cattivi atteggiamenti. La sanzione è utile solo se serve a far crescere il bambino, anziché a mortificarlo. Insomma, l’amore vero alla lunga vince sempre…

 

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