Gli ultimi saranno ultimi: trailer, trama, recensione

Gli ultimi saranno ultimi, recensione

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Si possono utilizzare i toni della commedia per raccontare una storia drammatica? Sì, ma solo se ci si avvale di ottimi attori (quali per esempio Alessandro Gassmann e Paolo Cortellesi) e un regista come Massimiliano Bruno. Gli ultimi saranno ultimi è un film agrodolce, dalle movenze frastagliate, dal ritmo calmo che diventa sempre più compulsivo, nevrotico, verso il finale. La macchina da presa entra nella vita di una giovane coppia e, scandagliando nelle sue amicizie, scopre una quotidianità senza grandi emozioni, con un lavoro faticoso (quello di lei) che però «fa campare» e che consente ai coniugi di sperare nel concepimento di un figlio, dopo dieci anni di tentativi; eppure proprio sul più bello le cose non vanno come dovrebbero per Luciana e Stefano, che vedono il loro microcosmo sgretolarsi sentendosi impotenti. Lui è disoccupato ed eterno bambino; lei è al contrario una donna matura, come lo erano le mogli di una volta, che per quieto vivere e forse anche per amore sopportavano senza fiatare. E Luciana (Paola Cortellesi) sopporta i colpi di testa di Stefano (Alessandro Gassmann) fino a quando non perde il lavoro e, con un figlio in arrivo, comincia a percepire stenti e privazioni. Parallelamente la macchina da presa ci catapulta nella misera esistenza di un poliziotto del Nord che lavora nel Lazio (Fabrizio Bentivoglio), un uomo fragile che soffre per la morte di una persona cara, di cui si sente in parte colpevole. Il poliziotto, trasferito con «disonore», e la donna incinta «incapace di reagire» si ritrovano uno di fronte all’altro inseguiti dai demoni di un presente che rende gli ultimi sempre più ultimi. Il personaggio di Bentivoglio è solo abbozzato, perché al centro della trama c’è Luciana, lavoratrice che si fa portavoce delle donne, le quali hanno il diritto di essere mamme senza dover rinunciare al proprio lavoro, parola che sentiamo pronunciare tante volte ne Gli ultimi saranno ultimi, prima con un lieve sussurro e poi con urla disperate interrotte dal pianto che fa colare il rimmel appena messo. Il film nel complesso ci rende parte integrante della storia grazie a quell’insostenibile leggerezza tipica della commedia italiana, che oggi proietta la speranza di un futuro migliore su individui lasciati soli considerando il lavoro come l’unica vera forma di riscatto.

Gli ultimi saranno ultimi, trailer 

 

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Maria Ianniciello

Mi chiamo Maria Ianniciello. Il mio nome intero è però Ianniciello Maria Carmela ma per comodità mi firmo solo Maria. Sono iscritta all’Ordine dei Giornalisti della Campania dal 2007, nell’elenco dei Pubblicisti. Laureata in Lettere (vecchio ordinamento) con il massimo dei voti presso l’Università di Roma Tor Vergata, ho dedicato gli ultimi vent’anni della mia carriera allo studio dei nuovi e dei ‘vecchi’ Media. Nel 2008 ho fondato questo portale dove tuttora mi occupo di analisi del linguaggio cinematografico, televisivo ed editoriale (saggi, libri per bambini e romanzi). Ho lavorato per testate giornalistiche dell’Irpinia e del Sannio, curando anche uffici stampa. Nel 2018 mi sono diplomata in Naturopatia a indirizzo psicosomatico presso l’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica di Milano, diretto dal professor Raffaele Morelli. Ho conseguito poi il Master in Lettura del Corpo mediante la Psicosomatica nel 2019 con la dottoressa Maria Montalto. La conoscenza della Psicologia (disciplina a cui sto dedicando gran parte delle mie ricerche) mi permette di esaminare i nuovi e i vecchi Media con un approccio integrato e molto innovativo.

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