Christian De Sica: “Se mi chiamano per un cinepanettone corro!”

Intervista a Christian De Sica, nelle sale con il film “La scuola più bella del mondo”.

Da sempre schiacciato dal confronto con un cognome importante, Christian De Sica si allontana momentaneamente dai tanto criticati cinepanettoni per dedicarsi ad un cinema un po’ diverso. Non è un De Sica inedito quello de La scuola più bella del mondo ma certamente una conferma del suo talento comico e della sua voglia di cimentarsi in qualcosa di nuovo. Lo abbiamo intervistato per capire che tipo di esperienza artistica è stata per lui.

Come si è trovato ad interpretare un personaggio meno cialtrone di quelli interpretati fino a poco tempo fa nei cosiddetti cinepanettoni?

Non avevo mai fatto un film del genere. Mi sono sempre cimentato nella farsa, che non rinnego perché è quella che mi ha dato la notorietà. Il personaggio che interpreto qui non è misogino, né maleducato o volgare come i personaggi che ho sempre intervistato per prendere in giro una certa categoria di persone. Questo è competitivo e vigliacco ma crede nella scuola. Infatti i suoi alunni sono diligenti al contrario di quelli di Rocco che se ne frega e pensa solo ad ascoltare la musica con le cuffiette in classe.

Come si è trovato con il resto del cast?

Questa è la cosa che mi ha colpito di più. Generalmente quando uno fa un film è molto solo. In questo caso invece non vedevamo l’ora di finire di le riprese per andare tutti a mangiare insieme. Infatti sono ingrassato 9 kili! Credo che la nostra simpatia e il fatto che ci siamo divertiti così tanto insieme traspaia anche sullo schermo.

Che tipo di regista è Luca Miniero?

E’ un grande attore comico. Ha una classe e un’eleganza rara. Non avevo mai lavorato prima con un regista così elegante. Non è che Neri Parenti o Carlo Vanzina sono dei burini ma Luca ha una grazia che è difficile trovare.

Come definirebbe “La scuola più bella del mondo”?

Mi sembra quasi un film degli anni Sessanta soprattutto perché dentro c’è molto ottimismo. Ultimamente i film sono così pieni di rabbia, neri, violenti mentre questo si distingue. Sarà anche la vicinanza dei bambini che devo dire sono stati straordinari. Sia i campani che i toscani si sono rivelati dei bravi attori e mi hanno restituito la gioia di fare questo lavoro dopo tanti anni. Questo film mi ha dato una frustata di vitalità.

Lei come andava a scuola?

All’inizio ero una “pippa” poi mi sono stufato, ho cominciato a studiare e sono diventato il primo della classe. Al liceo ero in classe con Carlo Verdone. Per noi la scuola è stata l’accademia di arte drammatica perché ci divertivamo ad osservare tutte le movenze dei professori. All’università ero bravissimo ma se avessi continuato sarei stato un fallito. Le balere sono state la mia salvezza perché quando è morto papà avevo un mestiere.

E i maestri di scuola?

Mio padre diceva che i maestri di scuola sono degli angeli di seconda classe perché stare davanti ai bambini è faticoso. Lui era bravissimo a gestirli. Un giorno ricordo che si rivolse ad un gruppo di bambini esagitati con il megafono e disse: “San Francesco diceva ai bambini state buoni se potete, io vivo dico bambini sono quarant’anni che mi rompete il c****, quindi tacete una volta e per tutte. Volevo tanto inserire questa scena nel film ma Miniero me l’ha tagliata.

Se si è stancato dei cinepanettoni, che tipo di direzione vuole dare alla sua carriera adesso?

La mia scelta è anche una questione d’età. Non potevo continuare ad interpretare l’amante o il cornuto. Fare il preside di una scuola è più appropriato. Sono contento che Luca mi ha dato la possibilità di fare una cosa diversa. A breve tornerò a teatro e poi il prossimo anno comincerò a girare un piccolo film indipendente a Bolzano. Però se dovessero chiamarmi per il cinepanettone correrei! In realtà mi avevano chiamato anche per quest’ultimo ma io ho preferito scegliere quello di Luca Miniero perché ho pensato fosse molto meglio per me.

Rosa Maiuccaro

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