Ayrton Senna, una vita per la Formula 1

L'omaggio di Google a Senna
L’omaggio di Google a Senna

 

Ricordo quella domenica di quasi vent’anni fa, era esattamente il primo maggio del 1994, seguivo una partita di calcio in Veneto ma ero in contatto con diversi miei colleghi che si trovavano all’Ospedale Maggiore di Bologna dove nel primo pomeriggio Ayrton Senna era arrivato in elicottero, in fin di vita dal circuito di Imola. In serata l’annuncio della dottoressa Fiandri del reparto rianimazione: «Il suo cuore ha smesso di battere, è morto alle 18,40». Una vita da corsa la sua con quella Formula 1 cucita addosso, che sembrava quasi un gioco appassionante con la sensazione di vivere in un mondo fantastico. Una vita che inizia esattamente cinquantaquattro anni fa a San Paolo nel cuore del Brasile. Secondogenito di una facoltosa famiglia è un bambino iperattivo e quando torna a casa da scuola smonta subito il suo kart, lo pulisce, lo mette a posto. A tredici anni la prima vittoria a Interlagos, è già un predestinato. L’approdo nella terra promessa dei motori, l’Inghilterra, è datato 1981 quando ottiene i primi importanti successi prima di arrivare in Formula 3 nel campionato britannico, tradizionale fucina di campioni. La voglia di correre, di vincere è nel suo dna ed il 1984 è l’anno della Formula 1, inizialmente alla Toleman-Hart poi alla Lotus fino alla consacrazione alla McLaren ed il passaggio alla Williams.

Ayrton Senna 1
Foto Instituto Ayrton Senna

161 Gran Premi disputati, 41 vittorie, 65 pole position, 13.465 chilometri condotti in testa, tre volte campione del mondo. Numeri impressionanti per il re della pioggia perchè alcuni suoi memorabili successi arrivano proprio sul bagnato. Se Imola non se lo fosse portato via così presto sicuramente avrebbe potuto fare molto di più. Riflessivo, determinato, preciso, gareggia per vincere e spiega sempre ai suoi meccanici cosa funzione e cosa invece si deve cambiare. Non accetta di essere sorpassato in pista, ne sa qualcosa il suo storico rivale, Alain Prost. Non si ferma mai sui circuiti e col pensiero, a costo di apparire presuntuoso ed egocentrico

Ma quel primo maggio del 1994 alle 14,17 “in una terra di sognatori” come dirà Lucio Dalla in una canzone dedicata proprio al pilota brasiliano, la Formula 1 si ferma, il mondo intero per qualche istante si blocca perchè il destino di Ayrton è lì, alla curva del Tamburello dove la sua corsa si interrompe per sempre.

Non l’ho mai conosciuto ma quando ho saputo dell’accaduto mi è venuta la pelle d’oca pensando ad un campione vero, dalla guida sempre al limite ed alle sue parole in un’intervista rilasciata non molto tempo prima dell’incidente: «Ogni volta che vai a fare una corsa sei esposto a rischi, a situazioni inattese che possono accadere e puoi andartene in una frazione di secondo, così capisci di essere nessuno e la tua vita può avere fine in un attimo – disse -. Ma a me piace troppo quello che faccio per desistere, fa parte della mia vita…».

Emilio Buttaro

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