Napoli, Marisa Laurito a teatro con la “Signora delle mele”

Signora delle mele Marisa Laurito

Marisa Laurito e Giuseppe Zeno saranno i protagonisti, in quello che è l’ultimo spettacolo del Cartellone del Teatro Augusteo di Napoli, dal 19 al 28 aprile 2013 della “Signora delle Mele”, una rappresentazione esilarante, accompagnata dalla musica jazz. Una commedia che non invecchia mai perché tratta di sentimenti universali, di lotta per la sopravvivenza, di sconfitte e vittorie, d’amore per i figli e per il proprio partner. E alla fine, come nelle migliori favole, tutti diventano migliori. Una storia che tocca molte corde dell’animo umano. Lo spettacolo, prodotto a Napoli, tratto dalla novella di Damon Runyon “Madame la Gimp”, da cui è nato il film “Angeli con la pistola” di Frank Capra. Il testo teatrale è di Riccardo Manaò.

La trama – La commedia si svolge a New York nelle strade di Broadway, siamo nell’anno 1933. Da qui a qualche mese il proibizionismo finirà insieme alla grande crisi economica cominciata nel ’29. Un colossale crack che mandò sul lastrico milioni di individui e che il mondo ricorda come “la grande depressione”. Nella stessa epoca la musica jazz attraversava il suo periodo d’oro, ma il jazz dei locali notturni era suonato da bianchi, a Chicago, a N.Y, a Saint Louis. Erano i famosi anni ruggenti, un’epoca in cui si faceva baldoria nei locali, si beveva nonostante il proibizionismo e si sparava con molta naturalezza, e la legge aveva a che fare con un tale chiamato Al Capone.

Alla fine del ’33 il presidente Roosevelt con il “New Deal” rilancerà l’economia del Paese mettendo in giro un’incredibile quantità di denaro pubblico. Anche per la malavita le cose cambieranno e, finito il proibizionismo, solo i boss più lungimiranti e sanguinari sopravviveranno venendo a patti con la politica. In questo contesto nasce e si sviluppa la storia di Annie, detta “la signora delle mele”, e di Dave lo sciccoso, un elegante gangster dal cuore d’oro: due protagonisti che con le loro vicende incarnano bene lo spirito dell’epoca.

Raccontata come una favola, “La signora delle mele” è una vicenda ancora incredibilmente attuale in questi nostri tempi in cui attraversiamo una crisi economica simile a quella del ’29, una certa politica convive con la malavita, e si acuisce sia l’emarginazione sociale che l’insofferenza verso gli immigrati. Annie la vagabonda è una signora a cui è rimasto poco della sua signorilità. In passato sì, era una signora. Proprietaria insieme al marito di un locale di New York, lo Small’s Paradise, Annie aveva dato spazio e voce ai neri del jazz, a quei grandi talenti che non potevano esprimersi liberamente perché non accettati nel sindacato. La stessa Annie era un’ artista del palcoscenico molto versatile e la sua voce non sfigurava al confronto con quelle delle stelle nere. Gli affari dello Small’s Paradise andavano a gonfie vele, fino a quando un incendio doloso, commissionato certamente da qualche concorrente razzista e senza scrupoli, non lo distrusse. Con il locale andò in fumo la vita del marito, che vi rimase ucciso, ed anche quella di Annie insieme alle sue sicurezze faticosamente conquistate e ai suoi sogni di successo. Per paura di rappresaglie Annie mandò la piccola figlia in Italia. Rimasta sola si ritrovò a vivere una vita sempre più dura e vagabonda, che giorno dopo giorno ha seppellito la sua vecchia identità.

Dave lo sciccoso è un gangster di buon cuore che ha fatto i soldi con il proibizionismo. Il soprannome gli viene dalla mania di vestire elegantemente. Nato e cresciuto in strada, Dave vuole scrollarsi di dosso il cattivo odore della miseria e le umiliazioni subite, e ambisce ad un posto al sole nel gangsterismo che conta. Dave, molto superstizioso, è convinto che le “mele magiche” di Annie gli portino fortuna e non intraprende nulla di importante senza avergliene comperata una pagandola generosamente. Tra i componenti della sua banda fanno spicco il luogotenente Carmelo e l’autista guardia del corpo Piccolo. E’ fidanzato con Regina, una giovane attricetta che finge di essere un’oca ma che sa il fatto suo, una che pensa più al matrimonio che alla carriera.

 

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