ALTA ROMA: L’ELEGANZA SI VESTE DI FUTURO

Zambon (pigiama palazzo)

Un respiro d’arte, di sperimentazione, di libertà espressiva. L’appena trascorsa edizione di Alta Roma ha concentrato le sue collezioni su queste caratteristiche, offrendo uno spettacolo di innovazione e di talento, giovane soprattutto. E se l’obiettivo era quello di salvaguardare l’artigianalità del Made in Italy, la passerella romana ha fatto ancora una volta centro. Presenti le maison storiche dell’Alta Moda accanto alle ispirazioni dei tanti nomi nuovi, acclamati dal pubblico per le proposte-moda ma anche per progetti che guardano verso il sociale. Tra le griffe storiche è d’obbligo citare Gattinoni che ha giocato tutto sulla tridimensionalità, puntando alla tecnologia per trasformarla dichiaratamente in eleganza. Non mancano jumpsuit in formato 4D con multistrato di pizzo o tessuti con paillettes irisées che creano effetti luminescenti e imbottiture che richiamano un universo quasi futurista. L’effetto 3D viene ripreso anche da Sergio Zambon, nome-simbolo della direzione couture dell’evento: qui si parla di echi storici dell’Alta Moda romana con rielaborazioni d’invenzioni storiche, come il Pigiama Palazzo di Irene Galitzin. Ma sono i nuovi talenti ad attirare l’attenzione con opere che diventano veri e propri progetti. Citiamo così la sfilata di Antonella Rossi che manda in pedana il suo “Progetto-Donna”. Tutta la collezione è stata un omaggio alla bellezza, a sostegno di una riflessione sul vero significato del “bello” quasi come a ricercarne valore e verità. Restituire alla donna dignità e diritti sociali ancora non veramente affermati o rispettati: da qui inizia il riferimento all’Africa che viene vissuta attraverso i tessuti, i tagli, i colori. I capi della collezione nascono per raccontare un incontro, ovvero quello tra culture diverse che si intersecano e si fondono tra di loro, attraverso le stoffe, per creare una forte immagine di femminilità, intesa nel senso più nobile del termine. Sfilano così kaftani, tuniche, pantaloni arricchiti da dettagli ricercati in certe atmosfere africane, con colori che spaziano dal turchese, al nero, al pastello. Con riferimento all’arte, arriva poi il nome di Suzanne Susceptible, una delle finaliste del concorso Who is on Next?: l’ispirazione qui è soprattutto Chagall con il suo “Violinista Verde”. Proposte contemporanee, completate da bouquet surrealista. Lo stilista brasiliano Ribeiro punta tutto su giochi optical mentre il libanese Tony Ward ha lanciato sulla passerella la prima couture al silicone, ovvero una nuova tecnica sartoriale che dona agli abiti un sublime effetto vellutato dal tratto leggero come il disegno a matita.

Ornella Fontana

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