MONTI E HOLLANDE: TAV INIZIATIVA PER LA CRESCITA

Un fermo immagine del vertice di Lione

Monti e Hollande hanno ribadito che la tav Torino-Lione si farà. E proprio Lione è stato il centro del vertice tra il premier italiano e il presidente francese, al termine del quale entrambi i leader si sono detti soddisfatti. La sintonia tra Italia e Francia ha riguardato anche altri cinque accordi siglati su cooperazione militare e di polizia, università, ricerca e trasporti, economia.

A tal proposito  Francia e Italia, si legge nella nota dai governi di Roma e Parigi «condividono una visione comune del futuro dell’Europa basata sulla crescita competitiva e sostenibile, il progresso sociale, la solidarietà e la democrazia. Sono decise ad attivare tutti gli strumenti in essere a favore della crescita a livello europeo e in quest’ambito chiedono una piena e completa attuazione del Patto per la crescita e l’occupazione che tenga conto, per gli investimenti, della qualità delle spesa pubblica. A questo proposito, vogliono continuare ad approfondire il mercato interno e sviluppare politiche comuni in campo sociale, energetico, spaziale e della difesa». Entrambi i Presidenti «auspicano un accordo sul bilancio europeo 2014-2020 all’inizio del 2013 fondato sugli obiettivi della crescita, la solidarietà e il controllo delle finanze pubbliche. In questo senso sostengono l’idea di un bilancio che consenta di finanziare le politiche comuni, aumentando al contempo le risorse destinate all’innovazione e alle infrastrutture». La Francia e l’Italia, si legge ancora, «ribadiscono l’irreversibilità dell’Euro e sono decise a preservarne l’integrità. La Francia e l’Italia desiderano conferire all’area Euro una nuova ambizione politica e democratica e s’impegnano a favore di un rafforzamento dell’unione economica e monetaria fondato sull’integrazione e la solidarietà tra gli Stati membri».

Si è discusso anche di politica estera e dell’accesso della Palestina allo status di Stato non membro osservatore delle Nazioni Unite. In merito a ciò, Hollande e Monti «sollecitano i Palestinesi e gli Israeliani a riprendere al più presto i negoziati per giungere a un accordo di pace equo e globale. In questa prospettiva auspicano un consolidamento del cessate il fuoco concluso tra i movimenti palestinesi di Gaza e Israele, e incitano entrambe le parti a evitare qualsiasi iniziativa unilaterale che potrebbe complicare la ripresa dei negoziati. Chiedono infine un ‘Mediterraneo dei progetti concreti’». I due leader, si legge ancora nella nota, «hanno infine preso atto della loro convergenza di vedute sulle principali questioni internazionali. Sostengono le legittime aspirazioni del popolo siriano e si rallegrano del pieno impegno dell’Unione Europea a favore della risoluzione della crisi in Mali».

A proposito della Tav, di cui si è discusso mentre a Lione era in corso una manifestazione di protesta, nel comunicato si legge: «La Francia e l’Italia confermano l’interesse strategico del progetto relativo al nuovo collegamento ferroviario fra Torino e Lione. Trattasi di un’infrastruttura prioritaria non soltanto per i due Paesi, ma per l’Unione Europea nel suo insieme. Francia e Italia hanno adottato una dichiarazione separata su questo tema. La Francia e l’Italia ribadiscono quanto sia per entrambe importante migliorare a breve termine la sicurezza nei trafori stradali transfrontalieri».

E proprio contro l’alta velocità è arrivata la dura replica di Legambiente: «Non possiamo fare altro che registrare la dimostrazione della mancanza di coraggio da parte del Governo italiano a Lione. Anche alla luce della crisi che stiamo attraversando sarebbe stato utile e ragionevole riconoscere l’inutilità della TAV e dirottarne i finanziamenti  sulla vera grande opera infrastrutturale necessaria al Paese e cioè sulla messa in sicurezza del territorio». Così il presidente nazionale dell’associazione, Vittorio Cogliati Dezza, ha commentato la dichiarazione congiunta di Monti e Hollande sul collegamento ferroviario Torino – Lione. «L’Italia ha i piedi d’argilla. Abbiamo urgente necessità di intervenire in tantissimi territori per  impedire che ogni pioggia si trasformi in tragedia – ha continuato Cogliati Dezza – , dobbiamo occuparci di sicurezza sismica e idrogeologica, eppure il premier Monti, accompagnato da ben 7 ministri, plaude alla conferma di realizzazione di un’opera progettata oltre 20 anni fa, che oggi non ha alcun senso».

Piera Vincenti

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