Vincenzo Salemme: “…E fuori nevica!”, un film per ridere senza cattiveria

Era il 1994 quando Vincenzo Salemme scriveva la commedia teatrale “…E fuori nevica!”. Per festeggiare il ventennale dello spettacolo, l’attore e regista napoletano ha pensato di portare questa divertente storia su grande schermo. Così è nato l’omonimo film, al cinema da domani, 16 ottobre, con protagonisti lo stesso Salemme, Carlo Buccirosso, Nando Paone, Paola Quattrini, Margareth Madè, e con la partecipazione di Giorgio Panariello e Maurizio Casagrande. “…E fuori nevica!” racconta la convivenza forzata di tre fratelli, tre mondi diversi, costretti a vivere insieme, per volontà della madre defunta, e ad affrontare situazioni tragicomiche. In occasione della presentazione del film alla stampa milanese, abbiamo fatto due parole con Vincenzo Salemme, il quale ci ha raccontato segreti e curiosità del suo ultimo progetto cinematografico.

Vincenzo, come è nata l’idea di portare “E fuori nevica!” al cinema?

L’opera teatrale ha avuto negli anni un enorme successo di critica e di pubblico. Diverse generazioni di persone hanno assistito allo spettacolo, da nord a sud. Dopo vent’anni di soddisfazioni e di risate, ho pensato fosse doveroso e bello adattare la storia e renderla cinematografica. La formazione che vedrete al cinema è più o meno la stessa del 1994. Ho voluto al mio fianco gli stessi amici, con qualche new entry.

Quali sono le difficoltà nella trasposizione da palco e grande schermo?

In Italia sembra quasi un tabù. Cinema e teatro sono considerati mondi separati o paralleli. All’estero è normale adattare un testo teatrale al grande schermo, nel nostro Paese, invece, si è bloccati per paura di un flop o perché si pensa che non sia adatto. Trovo tutto ciò assurdo. “…E fuori nevica!”, versione 2014, è migliorato: ho lavorato con attori straordinari, anche se ho dovuto rinunciare o modificare certe scene.

Salemme e fuori nevica filmAd esempio?

Il finale del film fa intendere che ci sia un proseguimento. A teatro è una cosa che non puoi fare. E’ stata dura, una scelta che ho preso solo all’ultimo momento. E poi abbiamo voluto chiudere con la splendida canzone “Rido”, di buon auspicio, cantata dalla nuova coppia del blues italiano, Paolo Belli e Loretta Grace. La ciliegina sulla torta!

In questi anni la comicità è cambiata?

Noi facciamo comicità di relazione, come si faceva un tempo. Oggi, invece, un attore comico punta a una performance individuale, a una comicità di situazione, dunque non c’è più la spalla come tanti anni fa. Con questo non voglio dire che esista una comicità di serie A o di serie B, ma che ci sono modi diversi di far ridere la gente. Fame, morte e miseria fanno sempre divertire il pubblico.

Qual è il limite oltre il quale un comico non deve mai spingersi?

Il limite da non superare? Cercare di far ridere artificiosamente. Quando risulti volgare. Quando non sei in armonia con la tua anima. Questi sono errori imperdonabili che un comico non deve mai commettere. La gente non è stupida e capisce se stai fingendo, se non sei naturale, sul palco come sul set di un film.

Quindi la volgarità non paga.

Non credo che il pubblico cerchi questo quando si reca a teatro o al cinema. Checco Zalone, per farti un esempio, ha successo perché è sincero e ha un modo innocente di dire le battute. Ecco, lui è in collegamento con la sua anima.

Cosa non ami della comicità di oggi?

Quando sento colleghi fare battute su certe tragedie. Ad esempio sulla vicenda della Costa Concordia e Schettino. E’ una cosa che mi fa arrabbiare e soffrire. Sulle disgrazie non si ride e non si ironizza.

Vinecenzo Salemme filmTornando a “…E fuori nevica!”, qual è il messaggio lanciato dalla storia?

Il film si concentra sulle relazioni sempre più difficili tra le persone, in questo caso tre fratelli. In un mondo in continuo movimento e in trasformazione, ci si dimentica degli affetti, del vicino di casa, del dialogo e dell’ascolto. Siamo tutti più confusi e facciamo fatica a costruire rapporti sinceri.

Cosa ti aspetti dal pubblico di oggi?

Chi ha visto lo spettacolo vent’anni fa, rivivrà su grande schermo le emozioni di allora. Magari porterà i figli o i propri nipoti al cinema, che vedranno la storia per la prima volta.

E’ vero che l’espressione “…E fuori nevica!” le è stata suggerita nel 1994 da Enzo Iacchetti?

Sì. L’idea della frase è sua. Avrebbe dovuto far parte del cast dello spettacolo, poi è stato chiamato a condurre Striscia La Notizia. Quindi non se n’è fatto più nulla.

Vincenzo, non le andrebbe di fare un film drammatico? Interpretare un personaggio cupo o cattivo?

E chi me lo fa fare? In Italia? Non credo sia possibile. Il cinema italiano ha un mercato piccolo. Solo in Inghilterra o negli Stati Uniti puoi permetterti di spaziare e di proporre progetti diversi, perché poi vendi i film all’estero e hai uno sbocco internazionale.

Prossimamente ti rivedremo a teatro?

Riprenderò la tournée di “Sogni e bisogni”. Mi aspettano diverse date in giro per l’Italia. Spero di tornare a recitare con l’amico Nando Paione, anche se al momento è impegnato con la preparazione del “Don Giovanni” di Molière insieme ad Alessandro Preziosi, spettacolo che vedremo, in 3D, nella prossima stagione teatrale.

Silvia Marchetti

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