SÌ ALLE VACANZE IN BRASILE MA ATTENZIONE AI PERICOLI

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Vivere in Brasile significa necessariamente fare i conti con la paura. La percezione che sia un paese pericoloso è reale, come reale è la possibilità di essere aggrediti e derubati. È vero che ciò potrebbe accadere dappertutto, ma la sensazione di estraniamento che si prova quando si è in un paese definito “in via di sviluppo” è maggiore, per cui il rischio aumenta, perlomeno nella nostra percezione.

Pensare al Brasile solo come al paese del pericolo, e quindi della paura, significa rinunciare automaticamente alla possibilità di viverlo appieno: è sicuramente utile ricordare che il rischio di essere aggrediti e derubati è presente più o meno in ogni angolo del Paese, ma non per questo bisogna condurre un’esistenza fondata sulla paura, pensando continuamente al pericolo e vedendo il mondo con gli occhi di una preda da furto.

La sensazione di essere osservati o seguiti è un fattore comune in Brasile, non solo tra i turisti che percorrono le città a piedi alla ricerca di qualcosa di bello e suggestivo da fotografare, ma anche tra gli stessi brasiliani che vivono e lavorano nelle metropoli, che sono continuamente sul “chi va la”. Le ore più critiche, in cui questa sensazione di paura si moltiplica, sono le ore serali e notturne; è facile immaginare che finché c’è la luce del sole ad illuminare i ritmi frenetici della città, ci sia anche una tranquillità diffusa dovuta alla grande quantità di persone che circolano a piedi nelle strade durante le ore del giorno. È dopo il tramonto che la percezione del rischio aumenta moltissimo, anche a causa di quella che può essere considerata una tipicità delle città brasiliane: il paesaggio urbano si trasforma in modo radicale dal giorno alla notte, le stesse strade che durante le ore diurne erano affollate di gente, piene di vita e di traffico non solo automobilistico ma anche pedonale, di sera, a partire dalle 18.00 circa, si svuotano completamente e si trasformano in uno scenario da film horror, dove si incontrano solo persone dall’aspetto poco raccomandabile e dove tutto è fonte di paura. Conseguenza della trasformazione del paesaggio urbano dal giorno alla notte è naturalmente il timore di uscire di casa a piedi e da soli. Il servizio notturno degli autobus non esiste e quindi l’unica alternativa è usare il taxi. Uno dei principali fattori che ha reso le città brasiliane così pericolose negli ultimi anni è la diffusione di nuove droghe, economiche e usate soprattutto da chi vive per strada.

Le città brasiliane, a differenza di quelle italiane, non sono fornite di molti spazi pubblici aperti per lo svago notturno, il concetto di piazza come lo conosciamo noi non esiste. Nemmeno nelle le grandi città ci sono piazze adeguate a ospitare lo svago serale e notturno dei cittadini. Quelle pochissime piazze presenti in città, di notte si trasformano in luoghi deserti e pericolosi, tranne quando c’è un evento musicale che porta con sé una serie di micro esercizi commerciali di vendita di bevande e cibo: la folla e la presenza della polizia contribuiscono, quindi, a rendere i luoghi aperti più sicuri.

Una delle domande più comuni che può porsi uno straniero in viaggio in Brasile, rispetto a un determinato posto è: è sicuro? Gli stereotipi intorno a questo Paese sono tanti ma il rischio è evidente solo in luoghi precisi, dove effettivamente non è indicato avventurarsi se non accompagnati da qualcuno che ci vive. I luoghi di cui parlo non sono solamente le favelas, o i quartieri poveri delle grandi città, ma anche le zone centrali dove di solito si raggruppano gli hotel che ospitano gli “stranieri”, più comunemente chiamati “gringos”. Ho volutamente citato il centro delle città perché è un luogo pensato e strutturato in modo molto diverso dalle nostre città europee. Qui il centro è sinonimo di bellezza, monumentalità, benessere, prestigio; nelle città brasiliane i centri urbani e metropolitani rappresentano esclusivamente un raggruppamento di attività commerciali e servizi medici e amministrativi. Questo spiega il grande affollamento durante le ore del giorno, quando tutti questi esercizi commerciali sono aperti e trafficati, mentre di notte i centri delle città sono sprovvisti di attività commerciali o per lo svago come bar e ristoranti. Nelle città costiere, invece, i locali per lo svago notturno si incontrano in prossimità delle spiagge, o dislocati qua e là nei vari quartieri residenziali e misti.

L’intento di affrontare il problema del pericolo è dettato dall’esperienza personale di chi, come me, vive in Brasile da tempo ed è passato da una percezione minima iniziale del pericolo, a una attuale percezione maggiore paragonabile a quella degli stessi brasiliani, che sono comunque sottoposti a questo rischio. Non è un fenomeno che riguarda solo lo straniero o il viaggiatore sconosciuto. Questo articolo non vuole disincentivare i lettori a partire per il Brasile ma, al contrario, vuole aiutarli ad avere uno sguardo critico rispetto al contesto in cui si troveranno, soprattutto nelle grandi città, dove la sensazione di paura è maggiore rispetto alle piccole località turistiche, che non bisogna comunque sottovalutare.

Matteo Nigro

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