Ivan Cotroneo: «Con il film “Un Bacio” dico No al bullismo»

Dopo tante fiction di successo Ivan Cotroneo ha deciso di portare sul grande schermo una storia per i giovanissimi. Un bacio, nelle sale dallo scorso 31 marzo, è una pellicola drammatica, dove si racconta la complicata ricerca della felicità ma anche il bullismo e l’omofobia. Tratto dal libro omonimo, firmato dallo scrittore e regista Ivan Cotroneo, il film ancor prima dell’uscita nelle sale è stato presentato in diverse scuole italiane.

Ivan Cotroneo, come è nata l’esigenza di raccontare questa storia?
In realtà ci sono due partenze. La prima da un fatto di cronaca statunitense terribile, l’omicidio di Larry King avvenuto nel 2008, da cui ho tratto un libro pubblicato da Bompiani nel 2010. Ho portato questa pubblicazione fino all’anno scorso nelle scuole per parlare di omofobia, di bullismo e per  confrontarmi con gli studenti.

Qual è stato il risultato?
Quello di aver toccato con mano l’emergenza sociale che oggi rappresenta il bullismo e tutto ciò mi ha convinto a cercare uno strumento più potente per parlare di questi temi. Ho deciso così di fare un film. Ne ho parlato con i miei produttori, con la mia sceneggiatrice di sempre, Monica Rametta e abbiamo deciso di scrivere un film ancor più indirizzato ai giovani, insomma un messaggio per loro.

Cosa avete scritto quindi?
Una storia che ha come protagonisti tre adolescenti Lorenzo, Antonio e Blu, tre emarginati per diversi motivi. Sono tre solitudini che si incontrano e che riescono a trovare un rifugio nella loro amicizia. Proprio grazie al legame tra di loro si salvano fino a che, le meccaniche dell’attrazione e i pregiudizi degli altri non incrinano la loro amicizia. Il tutto porta a un finale ispirato alla cronaca e purtroppo tragico.

Emilio Buttaro con Lucio Cotroneo
Ivan Cotroneo con Emilio Buttaro

Un Bacio è sicuramente una pellicola più drammatica rispetto al suo film d’esordio…
Sì, c’è anche un filo rosso che li unisce. Uno racconta di un bambino nella Napoli degli anni ’70 e qui invece parliamo di tre adolescenti nell’Italia di oggi, nella provincia del nord-est. Ritenevo necessario non edulcorare le vicende, ma lasciare ai ragazzi il pensiero e la possibilità che il film esplicita nel finale. La drammaticità del film è data dall’argomento perché pur essendo pieno di vita con canzoni e balletti, è un film che, per il tipo di messaggio che porta, non poteva essere trattato come una commedia. Diciamo che è un’avventura di vita.

Quanto è stata difficile la scelta degli attori, sia dei ragazzi che dei genitori?
E’ stata molto importante. E’ una parte della lavorazione che a me piace moltissimo. Ho trovato tre ragazzi straordinari, tutti all’esordio sul grande schermo anche se Valentina e Leonardo avevano partecipato ad alcune serie televisive mentre Rimau è un esordiente assoluto, uno studente liceale di Gorizia. Intorno a loro ho costruito delle famiglie, dei genitori, dei professori che sono interpretati da attori straordinari a cui sono stato molto contento di affidare queste parti e che hanno reso i loro ruoli davvero toccanti. I genitori sono amorosi, cercano di stare vicino ai loro figli anche se questa è un’età in cui il dialogo è difficile ed è una delle cose che il film dice, vale a dire l’importanza dello stesso dialogo e della condivisione. Dove non è possibile per ragioni anche anagrafiche o di ruoli tra genitori e figli, il dialogo è importante almeno tra coetanei. Per questo l’hastag ufficiale del film  sul quale molti ragazzi stanno twittando è ‘l’amicizia ti salva’, e questo è il messaggio che noi stiamo lanciano con il film.

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Un’immagine del film

Prima dell’uscita nelle sale, “Un bacio” è stato presentato nelle scuole di sei città italiane, con che risultati?
Dopo le proiezioni ci siamo trattenuti a lungo con i ragazzi. Devo dire che si sono riconosciuti moltissimo, hanno riconosciuto se stessi in questo racconto. Hanno voluto parlare con noi dei temi del film, quindi delle discriminazioni di ogni tipo che alimentano il bullismo. Sono stati incontri tutti emozionanti e continueranno, perché spero di portare questa storia in più scuole possibili.

Lei in questo film tratta argomenti tanto delicati quanto attuali ma il cinema può aiutare?
Credo di sì ma anche la televisione e la letteratura. Il potere delle storie è proprio quello di farti appassionare ai personaggi quindi piangere, ridere, commuoversi con loro. Insomma ci credo molto e questo film è stato vissuto dai ragazzi a cui l’abbiamo presentato come uno strumento, un modo per parlare di loro stessi. Credo davvero che le storie possano cambiare il mondo.

E’ un film che ha definito impegnativo anche sul piano delle musiche con importanti nomi di oggi ma spazio anche ad alcuni motivi degli anni ’80, quando i ragazzi scoprono le musiche dei loro genitori…
La colonna sonora del film è molto ricca, ci sono brani contemporanei, c’è Lady Gaga, Emili Sandè, gli Stag con un pezzo nuovo, i Placebo e c’è Mika che ha aderito al progetto non solo con un suo pezzo, ma abbiamo anche girato con lui un videoclip nei luoghi del film con gli attori di ‘Un bacio’. Il  video di Mika rappresenta una sorta di cortometraggio contro il bullismo. Ai miti musicali di oggi si affianca la scoperta dei ragazzi degli anni ’80, per cui nel film si sentono anche i New Order, Blondie, Billy Idol. E’ una colonna sonora credo molto divertente e molto d’impatto nel film. Ho voluto raccontare un mondo di ragazzi che è anche un mondo pieno di musica, di emozioni, dove anche io mi riconosco e il tutto passa anche attraverso le note musicali e attraverso le canzoni.

 

ivan-cotroneo

Lei è un autore gettonatissimo sul piccolo schermo ma per questo tipo di storia ha preferito il cinema, perché?
Associo molto la televisione all’idea della serialità e mi piace lavorare per il piccolo schermo. La televisione ti permette di fare delle narrazioni lunghe e di seguire l’evoluzione dei personaggi puntata dopo puntata. Ci sono poi storie che hanno bisogno di un arco narrativo più breve e che si raccontano in un’ora e mezzo come Un bacio e che forse hanno bisogno di un impatto come quello del cinema. In Italia non si fanno film per un pubblico adolescente e noi insieme alla produzione abbiamo voluto farlo. Questo è un film per tutti ma che parla anche agli adolescenti.

Ivan Cotroneo, che suggerimenti si sentirebbe di dare a tutti quei ragazzi che ogni giorno si imbattono nelle tematiche trattate nel film?
Di non aver paura, di non aver vergogna. Credo che a vergognarsi debbano essere i bulli e chi etichetta le persone, e non chi queste etichette le subisce. Vorrei dire ai ragazzi di parlare, di trovare nell’amicizia e nel confronto con i genitori un senso di prospettiva. Ci si può sentire molto soli a quell’età ed il tutto è ingiusto: bisogna condividere e non avere paura. Solo con il coraggio di afferamre se stessi e di riconoscere che quelle particolarità per cui spesso veniamo maltrattati sono la nostra forza, si riesce a superare quell’enorme forma di vigliaccheria che è il bullismo.

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Emilio Buttaro con Valentina Romani
Valentina Romani con Emilio Buttaro

Alla presentazione bolognese agli studenti della pellicola, Valentina Romani, apprezzata protagonista femminile di Un bacio nel ruolo di Blu, ci ha voluto spiegare qual è la sfida di questo film: «Abbiamo fatto questo film e speriamo che arrivi davvero dove dovrebbe, dritto al cuore. Speriamo che i giovani dopo averlo visto smettano di aver paura o comunque abbiano più speranza. Insomma dobbiamo pensare che quello che siamo, un domani ci renderà unici e spero che con questo film i ragazzi della mia età o quelli più giovani di me riescano a capire questo aspetto, molto importante: non bisogna avere paura perché l’amicizia può essere salvifica e non è tutto perduto anche se durante l’adolescenza, sembra a volte essere così».

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