Ayurveda: il quarto, il quinto, il sesto e il settimo chakra: seconda parte

Nel precedente articolo mi sono soffermata sulle caratteristiche del primo, del secondo e del terzo chakra. Adesso parleremo degli altri quattro punti energetici. Il quarto chakra (Anahata) è collegato al cuore e al timo, si trova al centro del petto e unisce e chakra inferiori con quelli superiori. Quando questo punto è chiuso andiamo incontro a solitudine, ostilità, isolamento, separazione, problemi di cuore. Quando è aperto al contrario, proviamo amore incondizionato, consideriamo quindi il passato e tutto ciò che ci è accaduto come una tappa evolutiva importante nel nostro percorso evolutivo. Cose e persone sono maestre di vita, quindi anche le difficoltà si trasformano in lezioni necessarie per il nostro benessere.

[blockquote style=”2″]Leggi il predente articolo sui chakra[/blockquote]

Il quinto chakra (Vishuddha) si trova all’altezza della gola e nell’area del collo. Nel momento in cui è chiuso, abbiamo problemi di voce e di udito, raffreddore, bronchite, polmonite che simboleggiano la nostra difficoltà a dire ciò che pensiamo. Quando è aperto diventiamo un canale per la verità.

chakra

Il sesto chakra o terzo occhio (Ajna) è localizzato fra le sopracciglia ed è associato alla ghiandola pituitaria. Se è chiuso sperimentiamo problemi di vista, sentimenti di separazione, annebbiamento e stordimento, mal di testa e altri malesseri al capo. Se è aperto, siamo nel flusso della vita e apriamo il nostro sguardo alle infinite possibilità che essa ci offre. Nulla ci separa dalla sorgente, non giudichiamo e non siamo attaccati alle cose e alle persone.

Il settimo chakra (Sahasrara) si trova sulla testa, proprio dove i bambini piccoli hanno la fontanella, ed è collegato alla ghiandola pineale. Quando è bloccato si rimane nell’ego e ci si separa dalla Sorgente. Quando è aperto, l’ego scompare e ci uniamo con il Tutto. In questo preciso momento si sperimenta lo stato di illuminazione.

Ad ogni chakra è collegato un elemento, un mantra, una nota, un colore, un senso e un animale. Capirete che si tratta di un viaggio della consapevolezza, una meta dell’anima che sostiene il corpo, il quale è un tutt’uno con la psiche e con lo spirito. Può essere inteso come una metafora della vita, che dalla materia conduce alle stelle. Un’ascensione dello spirito. Oppure può essere considerato come un vero e sblocco energetico che ci aiuta a superare diverse problematiche, anche fisiche. O entrambe le cose. A voi la scelta…

Dott.ssa Maria Ianniciello, naturopata e giornalista pubblicista

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