The Iceman, la trama del film e la recensione

La recensione e la trama del film The Iceman, nel quale Michael Shannon è un imperturbabile killer seriale. Il crime-movie di Ariel Vromen è in sala dal 5 febbraio.

 

The Iceman trama filmIl regista di origini israeliane trapiantato a Hollywood Ariel Vromen, sfrutta due fonti d’ispirazione per raccontare, in tono elegiaco e con accento drammatico, la vita di Richard Kuklinski, spietato sicario della mafia italo-americana attivo dal 1964 al 1986, fino all’improvviso arresto in mezzo a una strada, dopo la sanguinosa scia di oltre cento omicidi: la biografia del vero Richard Leonard Kuklinski e la versione romanzata di Anthony Bruno. Basando il suo gangster-movie su fatti veri, Vromen può contare sull’effetto realistico del biopic e, sfruttando il resoconto letterario d’invenzione, consente ai meccanismi della fiction di prendere lentamente il sopravvento. Più vicino alle atmosfere violente hard boiled che all’affresco documentaristico di ampio respiro, “The Iceman” è un thriller che alterna alle tonalità rosso sangue di torture e soprusi, un linguaggio asciutto e minimale, misurato nella resa scenica e crudele nelle rappresentazioni di famiglie violate e affetti sconvolti dalla malavita. Se risulta di notevole interesse l’approfondimento della dimensione emotiva del personaggio, padre amorevole con le due figlie e marito devoto con Deborah, la moglie a cui è costretto a nascondere i suoi loschi traffici, più superficialmente è trattata la dinamica sicario-padrone con il boss mafioso Roy Demeo (Ray Liotta) e, più in generale, con la rete criminale disseminata nel territorio “sporco” del New Jersey. Identificandosi quasi come una “coazione a ripetere” talvolta monotona, i narcotraffici, le estorsioni, le tangenti e ogni intimidazione del suo lavoro al soldo del capo, si confondono nell’alveo delittuoso della città di provincia senza avere grande risalto narrativo. Fredde come il temperamento lunare di Richard “iceman” Kuklinski, le sue azioni hanno sempre un doloroso rovescio della medaglia, infrangendosi sulla famiglia inerme o su amici con cui architetta il malaffare. The Iceman è un buon thriller psicologico, scritto e diretto dallo stesso Vromen che, più che indulgere alla rappresentazione classica dei “bravi ragazzi” italo-americani, mira a una composizione visiva austera e glaciale con accenti melodrammatici misurati. Al centro della trama del film c’è Michael Shannon, colosso granitico dalla natura imperturbabile e dal traumatico trascorso preadolescenziale, soggetto a improvvisi scatti d’ira e dedito a una violenza compulsiva e sadica. A rischio di scontato exemplum agiografico, Vromen utilizza inquadrature che illuminano lo sguardo torvo dell’antieroe, seguendone ogni ruga e smorfia, per poi adagiare l’occhio della macchina da presa su ciò che lo rende più vulnerabile, le due figlie e la moglie, un’indifesa e dolcissima Winona Ryder. Sfruttando tutti gli stilemi del genere Vromen realizza un noir convenzionale, di buona fattura, anche se poco coraggioso nell’esplorazione dei patologici impulsi omicidi di un padre-padrone mostruoso e impassibile, votato alla misantropia sociale nonostante il suo lavoro sia fatto di (in)stabili e precari equilibri di potere criminale.

                                                                                                                                              Vincenzo Palermo

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