MILANO FASHION WEEK, DA PRADA A JUST CAVALLI

Prada
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Era la collezione più attesa ieri quella di Prada, come sempre. E come sempre giornalisti, blogger e fotografi, prima che si accendessero le luci della pedana, si chiedevano cosa avesse in mente questa volta Miuccia Prada. Oriente, Mix di culture, contrapposizioni, ritorno al futuro o sguardo al passato? In realtà la collezione del prossimo inverno non ha alcun codice. O meglio, ce l’ha ma è nascosto, secondo i giochi sartoriali che, diciamola tutta, solo Miuccia riesce ancora a fare. La sua capacità di creare attesa e soprattutto di lanciare messaggi cifrati nascosti tra i tessuti e i tagli, si è confermata anche questa volta. No all’omogolazione sembra il leitmotiv della sfilata mentre l’eleganza racchiusa nelle forme è quasi difficile da spiegare perché, come ha sottolineato Miuccia stessa, «questa è un’eleganza da indossare e non da mostrare. Ho creato abiti che raccontassero un’eleganza cruda, rude, dura, quasi come una reazione all’impossibilità di essere eccessive». E in effetti, come darle torto? Basta dare uno sguardo così, veloce, a tutti gli outfit in scena, per rendersi conto che qui siamo “oltre”. E intendiamo l’essere al di sopra delle mode, un modo per interpretare l’unicità della donna puntando soprattutto sulla sua sensualità con vesti asimmetriche, accostamenti inediti e tessuti quasi “poveri”. Anche se, lo sappiamo, ci troviamo nel regno del lusso più estremo, quello che guarda alla semplicità per comunicare un sogno proibito. E veniamo invece a un altro protagonista di queste giornate milanesi, ovvero Antonio Marras. Della sua creatività, del suo estro, del suo tocco a volte eccentrico ne abbiamo già sentito parlare più volte ma questa collezione ha quel senso di poesia che pochi stilisti riescono ancora a trasmettere.

Prada
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Un momento della sfilata di Prada

Le sue donne sono così viaggiatrici nel tempo, forse lontanissimo, ma attuali nel loro look che prevede stampe floreali su giacche e maxi gonne, cromie fatte di oro scintillante, di broccati rossi e poi quei guanti da altri tempi: lunghissimi, abbinati a mise che sono ora femminili ora maschili, nel linguaggio del tweed o del Galles, dove non mancano anche rintocchi tartan d’ispirazione british. La collezione di Marras ci porta così non solo in un’epoca passata ma in un vero tuffo letterario dove si evocano atmosfere da romanzi, letterature inglesi, luci dall’aspetto bohémienne e romantico. Un altro viaggio interessante è stato quello proposto da Just Cavalli. Qui ci spostiamo alle falde dell’Himalaya, nel Buthan, dove tradziioni, immagini e religioni si uniscono per diventare una collezione fatta da decori orientali, maglie in jacquard e tanto – come da DNA della maison – animalier in cromie dégradé. Mix di tessuti, versione biker e tratti orientali invece da Krizia che proprone invece delle donne dal sex appeal forte e agguerrito, quasi di connotazione maschile. La pelle è protagonista assoluta, vista su leggings, biker e bustini da guerriere di alta classe. I colori qui sono metallici con qualche accenno di beige e rosso lucido. Merita un applauso per il suo rigore stilisto anche Andrea Incontri, stilista 40enne alla sua seconda presentazione nella fashion week. La collezione piace al pubblico, applaudita soprattutto per quel ritorno a uno stile collegiale che guarda tanto agli Anni 40, con donne in posa, linee pulite, semplici. “Una comunità dello stile” così com’è definita da Andrea Incontri. Affascina questo ritorno a un’eleganza sobria e distinta, una grande prova di buon gusto.

Prada
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Marras
Marras
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Krizia
Krizia
Krizia
Krizia
Krizia
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Just Cavalli
Just Cavalli
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Andrea Incontri
Andrea Incontri

Ornella Fontana

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