Prendere scacco matto da una donna

Figura 1 - Dama che vince a scacchi, affresco del castello dell'Arco (Trento)
Figura 1 – Dama che vince a scacchi, affresco del castello dell’Arco (Trento)

  “Così non vale, le ragazze ci distraggono!”. Questa l’accusa, o la scusa, dei giocatori sconfitti nei tornei di scacchi. Fino a pochi anni non esistevano ‘tornei misti’, pareva assurdo far competere donne contro uomini in un gioco che da millenni richiede concentrazione totale, potenza mentale e silenzio mortale, impegni che le donne non sarebbero in grado di assicurare per due ore e più, la durata media di una partita. Ma oggi le scacchiste sono migliaia nel mondo, imparano da bambine, quando giocano pensano, fanno sul serio e vincono. Cosa è successo? Secondo i maschi, a decidere l’esito di una partita, dove di norma vince il più forte, le donne inseriscono elementi non regolamentari, trasparenze di abbigliamenti, pose sexy, profumi, sorrisi, sospiri, sguardi… Secondo le neuroscienze dipende invece dal fatto che il cervello delle donne ha struttura e funzionamento diversi da quello dei maschi. Ne scaturiscono strategie e tattiche imprevedibili, situazioni mai viste, la cui analisi fa perdere tempo, e il tempo negli scacchi è prestabilito. Tutto questo lo ritrovo nei trattati di teoria scacchistica degli odierni Grandi Maestri, i giocatori di massimo livello mondiale. Insomma, se prendi scacco matto da una donna, niente scuse: lei è più forte di te!

  Gli scacchi, gioco coltissimo per eccellenza, nelle antiche corti europee erano materia imprescindibile per educare un cavaliere all’arte della guerra e all’esercizio del potere. Le fanciulle nobili ne ricavavano senso del decoro, qualità di svago, astuzie sottili. Nel 1986, tra le rovine del Castello di Arco bombardato nel 1703 dal generale Vendome per occupare Trento durante la Guerra di Successione Spagnola, in una sala trecentesca è emerso un affresco con una Dama che gioca a scacchi con un Cavaliere (Fig. 1). Sulla scacchiera poggiata sul tavolo sono rimasti sei dei trentadue pezzi iniziali, la partita volge dunque al termine: l’uomo, sorpreso, si arrende alzando la mano, mentre la donna sta per dargli scacco matto. Di affascinante espressività e realismo, l’affresco ritrovato nella località turistica sul Lago di Garda è una rara occasione per i visitatori, anche ignari di scacchi.

Figura 2 - Ottone di Brandeburg gioca a scacchi
Figura 2 – Ottone di Brandeburg gioca a scacchi

  Accessibile invece soltanto a studiosi specialisti è la Miniatura 13 del Codice Manesse custodito nella Biblioteca dell’Università di Heidelbergh in Germania, che presenta lo stesso tema raggiungendo il livello del capolavoro. La ridotta dimensione della pagina in pergamena non ha condizionato l’artista, che anzi vi apre uno spazio prospettico con divano e cuscini su cui siedono Otto, Margravio di Brandeburg, e la sua Signora, impegnati in una partita a scacchi (Fig. 2). L’eleganza gotica delle due figure si sviluppa tra raffinate cromìe di abbigliamenti, arredi e oggetti disposti in modo da guidare l’occhio dell’osservatore tra simbologie diverse. A restituirci l’atmosfera di quell’ambiente medievale esclusivo dominano in alto la corona e lo stemma del Margravio e in basso una teoria di musici con strumenti d’epoca. Chi vincerà la partita? L’osservatore deve lasciarsi rapire in questo piccolo gioiello d’arte senza chiederselo. Del resto, alla questione non era interessato nemmeno l’artista, che dipinse la scacchiera con lati disuguali, di sei e sette caselle ciascuno, e i due avversari a colloquio con in mano pezzi dello stesso colore, anche se la Signora dal lato dei neri ha un pezzo in più e risulta in vantaggio. A questo punto sembrerebbe sparito ogni dubbio: in ogni epoca, nel gioco degli scacchi le donne hanno saputo vincere per le loro capacità mentali, non certo per maliziose seduzioni messe in campo. Senonché….

Figura 3 Aleksandra Kostenjuk
Figura 3 – Aleksandra Kostenjuk

  Senonché, il dubbio ritorna adesso che esiste il web. Sul sito del World Chess Beauty Contest, Circolo internazionale di giocatrici di scacchi, vengono promossi ogni anno concorsi di bellezza. Come pensavo di aver dimostrato, questa non ha a che fare col gioco, ma intanto immaginate il materiale che quel Circolo riceve e pubblica: fotografie, descrizioni personali, oltre a caratteristiche tecniche e classifiche di tornei. Ma poi anche scacchiste in spiaggia, nel mondo del fashion, della cosmesi… Il successo è strepitoso, chiunque può votare la migliore, in tutti i sensi! Ed è così che, fra le veneri presenti in pose audaci sulle riviste di tutto il mondo, l’avversaria più temuta nei ‘tornei misti’ è diventata la russa Aleksandra Kostenjuk (Fig. 3), talento scacchistico già a sette anni, Campionessa Mondiale nel 2008, lo stesso anno in cui ha conseguito la classifica di Grande Maestro, diventando la decima giocatrice della storia ad aver raggiunto questo titolo. E’ una fuoriclasse vincente, d’accordo, ma a guardarla nelle sue immagini alla scacchiera non è poi così difficile dar torto a chi nell’affrontarla si… distrae.

ELIO GALASSO

Commenti

commenti

Lascia un commento

Torna in alto