Costituzione tradita

Il Terrone che non ci sta, rubrica a cura di Nunziante Minichiello (ogni giovedì)

© al62 - Fotolia.com
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Sovranità negata: popolo non è sovrano e non governa a mezzo cooptati dalla base per una sola volta, per un anno solo e con una remunerazione massima pari al reddito medio nazionale: eletti, per migliorare la propria condizione, dovrebbero migliorare prima la condizione dei rappresentati.

Sovranità, parità ed articolo 54 della Costituzione lo esigono ed esigono pure che ogni italiano si prepari a rispondere degnamente alla chiamata di servire “con disciplina e con onore” il Popolo sovrano: politica non è spettacolo da vedere, ma realtà da vivere sapientemente, coscientemente e responsabilmente a tutte le ore.

Sovranità e Solidarietà è l’esempio di tribuna minima per cittadino sovrano di ogni sesso, razza, credo, nazionalità e professione, mai tifoso di cooptati, ligio ai doveri, attento ai diritti e non pendente dalle labbra di nessuno, anche se ama essere informato: presenza cosciente, attiva e propositiva di pari uomini e donne, di pari cittadini e cittadine e di pari lavoratori e lavoratrici.

Quelli di cui all’articolo 1 della Costituzione non formano la universale ed unica aristocrazia, quella del lavoro, che non tollera signorie, parassitismi, privilegi ed alterazioni di diritto per parenti, amici e paesani. La Costituzione vive nel cittadino che si nutre di essa o è mero miraggio. Imposto dalla Carta, Popolo sovrano di cittadini tutti optimo iure, cioè tutti pari nei diritti e nei doveri, senza caste di predestinati al potere, al privilegio e al lusso e senza masse anonime di gente comune, costrette a lavoro produttivo, non sempre remunerato neanche per una vita decorosa, o abbandonate a se stesse, come i tanti ed antichi problemi che le affliggono da secoli, continua ad essere ignorato dagli aventi doveri. Attori, cioè quasi sempre finti protagonisti, e, pure fanatizzate, plagiate e convinte da convenienza e da bisogno, comparse, ossia quasi sempre finti cittadini, fanno la storia, che annovera anche protagonisti veri, in verità pochi e non sempre voluti ed istruiti, come gli imprenditori, che, non formati in Italia, si cercano all’estero, dove già sono finiti capitali italiani. Singoli e gruppi si contendono il potere in lotte senza quartiere, pensano a se stessi ed ai loro, dividendo la maggioranza di gente comune in comparse festeggianti o sofferenti, in concreto in privilegiati o vittime del sistema: prevale il si salvi chi può, donde trionfi, sconfitte e restaurazione. Cambiamento o riguarda tutti o è solo di facciata.

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