La serie tv Hannibal alla seconda stagione, la recensione

E’ arrivata in Italia dal 31 Gennaio 2015 la seconda stagione inedita di Hannibal. La serie tv americana che trae ispirazione sia dalla tradizione letteraria che cinematografica, è un concentrato di deliri onirici e grandi emozioni. Un vero cult da non perdere.

 

Hannibal serie tv seconda stagioneHannibal è una serie tv che ha tardato ad imporsi come un vero fenomeno di massa fra gli amati dell’arte seriale americana. Dopo una prima stagione bella ma non esaltante, c’era bisogno di scuotere l’animo, di creare qualcosa che potesse dare un senso a tutta quella follia; così Bryan Fuller l’eclettico sviluppatore dello show, riuscendo a capire i veri gusti dello spettatore, ha concepito un arco narrativo più vicino ai moderni crime drama senza però dimenticare i punti di forza dello show. La seconda stagione della serie tv Hannibal, che è in onda sulle frequenze di Premium Action dallo scorso 31 Ottobre, vince dove la prima aveva fallito, regalando non solo quello che viene definito il vero entertainment seriale, ma mette in scesa un perverso gioco al gatto con il topo enfatizzando sempre più la “guerra” fra il Dottor Lecter ed il profiler Will Graham.

Una guerra questa che, nella seconda stagione, arriva al suo apice regalando un colpo di scena dopo l’altro fino a capitolare in un finale a dir poco spiazzante. Il profiler accusato di un crimine che non ha commesso, dal carcere si continua a professare innocente mentre il dottor Hannibal Lecter (interpretato da un raggiante Mads Mikkelsen), tesse i fili della vicenda giocando a suo piacimento con il dipartimento dei crimini violenti dell’FBI. Ma il cerchio attorno al Dottore dalle strane abitudini alimentari comincia a stringersi, ed Hannibal sarà costretto a compiere alcune scelte che lo metteranno in serio pericolo. Senza raccontare ulteriori dettagli nei riguardi dei nuovi episodi, la seconda stagione dello show, vince per scaltrezza, sconsideratezza e grandi temi di interesse sociale che, episodio dopo episodio si consolidano diventando un unico corpus con il plot twist.

hannibal

Sta di fatto che questo adattamento televisivo, ispirato al personaggio che negli ’80 è stato creato dallo scrittore Thomas Harris, vuole essere il completamento di un cerchio, di un lungo percorso di crescita iniziato prima tra le pagine di un romanzo, poi tra le sale cinematografiche fino ad arrivare al pubblico generalista. Concepire una serie tv ispirata alla figura del Dottor Hannibal, è stata sicuramente un’idea molto coraggiosa perché, i racconti di Harris non sono facili da digerire, a causa di una scrittura complessa e impreziosita da molti – troppi – voli pindarici. Ma se in un romanzo tutte queste caratteristiche sono lecite e dovute, non lo sono in una narrazione cinematografica e televisiva. Al cinema però grazie al Silenzio degli Innocenti e Red Dragon, il bello degli scritti di Thomas Harris, è esploso con veemenza arrivando a inquietare il cuore dello spettatore, mentre in tv la release è stata ben diversa. Grazie al grande bagaglio culturale accumulato negli anni, il creatore della serie tv, non ha fatto altro che re-inventare la figura di Hannibal dandogli un volto quasi etereo ed inespressivo, accentuando però la sua cattiveria, il genio inconfondibile ed il grande appeal che verso il gentil sesso. Certamente niente e nessuno potrà mai vincere contro lo charme di Anthony Hopkins o la bravura di Jodie Foster, ma Mads Mikkelsen con il suo sguardo di ghiaccio, riesce a dare un volto più intenso e sfaccettato al noto serial killer. Lo stesso vale per Hugh Dancy che in questa serie tv prende il posto che era stato di Edward Norton in Red Dragon; se il giovane attore visto recentemente in Hysteria e nella frizzante commedia I love Shopping (tanto per citare un paio di film a cui ha preso parte), rappresenta in pieno il profiler dell’FBI: tormentato, eclettico ed ambizioso. Edward Norton invece era pragmatico, intelligente, scrupoloso e conosceva a fondo il suo nemico. Due lati della stessa medaglia, diversi ma allo stesso tempo molto simili dato che entrambi i profiler lottano per difendere i più deboli ed assicurare alla giustizia un diabolo assassino.

Tra cinema e letteratura Hannibal ha comunque abbracciato una generazione. Se i libri di Harris pubblicati tra gli anni ‘80 e ’90 – 4 in tutto tra sequel e prequel – sono tutti dei piccoli capolavori, al cinema forse non hanno avuto lo stesso successo e conservato l’appeal. Il Silenzio degli Innocenti è un cult a tutti gli effetti, Hannibal è uno scialbo sequel, Red Dragon è visivamente emozionante, indifferente Le origini del Male. Arrivare a concepire una serie tv era quindi un atto dovuto anche per dare smalto alla figura del franchise. Bryan Fuller quindi nel sviluppare una serie ispirata a questo mito un po’ sbiadito, si è approcciato in maniera diversa spiazzando il cultore del genere. Senza dimenticare tutti gli stilemi di un crime drama, il regista ha dato libero sfogo ad una narrazione complessa ed articolata, deliri onirici ed un’atmosfera fredda e rarefatta. Un escamotage questo che ha permesso alla serie tv di espandere il suo raggio d’azione, approfondire gli stati d’animo dei personaggi e quindi dare un senso a follie e torbidi omicidi.

La seconda stagione di Hannibal quindi è un vero gioiello della tv che andrebbe preservato perché è perfetto nella sua interezza; anche se non mancano gli episodi filler, lo show in onda ora qui in Italia è un cult a tutti gli effetti. Ed in intanto in America si pensa alla terza stagione che debutterà in estate ed, alcuni episodi, sono stati girati anche in quel di Firenze. Chissà se vedremo il buon Mads Mikkelsen avere una sindrome di Stendhal di fronte alla Primavera del Botticelli.

Carlo Lanna

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