Giulio Massobrio e il romanzo Rex, l’intervista

giulio-massobrioSiamo nel 1938 e Nancy, una giovane archeologa americana trova una pergamena di epoca romana che potrebbe decidere le sorti della seconda guerra mondiale. Anche i nazisti sono sulle tracce del documento che però non deve assolutamente finire nelle mani degli alleati. Temendo che la pergamena possa essere sottratta, Nancy ne fa fare un duplicato e salpa a bordo del transatlantico Rex da Genova, direzione Stati Uniti. Questa la trama del romanzo di Giulio Massobrio, attualmente impegnato in un tour per la promozione del libro, edito da Bompiani. La scorsa settimana lo scrittore ha fatto tappa a Riccione presso l’Hotel che porta il nome del romanzo mentre oggi (giovedì 3 settembre 2015) è in programma un incontro a Bellinzona, in Svizzera. Cultura & Culture lo ha intervistato.

Giulio Massobrio, l’idea di scrivere Rex in che modo nasce?
In maniera del tutto casuale mentre leggevo un libro sul transatlantico. Il Rex è una location perfetta per raccontare una storia ma rappresenta anche la più grande illusione di quel periodo, degli anni ‘30.

In che senso illusione?
In questo caso non da un punto di vista negativo, anzi… vuol dire qualcosa che stimola l’immaginazione e che fa pensare a tutti che sia possibile realizzare grandi cose. Pensi che Fellini aveva interpretato benissimo questa scena inserendola in Amarcord. Ha presente quando gli italiani si innamorano di unidea? Ecco!.

Dei diversi personaggi che ha raccontato nella storia qual è quello a cui si sente più affezionato?
Sicuramente ogni scrittore ama tutti i protagonisti dei suoi racconti e nel caso mio anche quella carogna del nazista…Devo riconoscere però che sono legato ad alcuni di loro come il vecchio bandito genovese che rappresenta il custode della storia o Martin Davies un agente segreto, un personaggio costruito con molta fatica e attenzione.

Le città che fanno da sfondo alla storia sono praticamente le coprotagoniste del racconto…
E’ vero ed è una cosa voluta! Ognuno dei personaggi rappresenta un pezzo di Italia di allora ma da soli non sarebbero sufficienti a raccontare la storia in profondità. Ecco quindi la presenza di tanti luoghi e di due città più delle altre: Genova e Trieste. La prima è il posto dove il Rex viene costruito, l’altra dove chiude il suo percorso. Perché del transatlantico non si dice che è stato affondato ma che è morto come se questo grande protagonista del romanzo fosse una persona.

Come definisce la sua opera: un thriller, un giallo storico, una spy story o un romanzo d’azione?
E’ un romanzo storico, direi una spy story ambientata nella seconda guerra mondiale.

Oggi cosa rimane del Rex?
Poco o nulla. Resta in Istria qualcosa della scritta di prua ed ancora delle collezioni private degli oggetti ma molto poco sostanzialmente.

E’ stato finalista dell’ultimo Premio Bancarella con Rex. Un successo che si aspettava?
Veramente no, davvero non lo sapevo e quando l’ho appreso, in prima battuta pensavo si trattasse di uno scherzo. E’ stata un’esperienza che valeva la pena di fare e che mi ha consentito di conoscere tante persone nell’ambiente editoriale e letterario. Ho conosciuto gente straordinaria e pensi che in città come Ravenna o Cesena fanno prendere parte al Premio le scuole superiori ed ognuno degli studenti prepara delle recensioni su ogni libro. Un’iniziativa importante sul piano culturale e non solo”

Ha già in cantiere la prossima storia?
Sì, ci sto lavorando. E’ un racconto che parte da un fatto realmente accaduto negli ultimi giorni del secondo conflitto mondiale. Il protagonista è un italiano che deve compiere una missione davvero pericolosa oltre le linee tedesche negli ultimi giorni di guerra.

Emilio Buttaro

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