ELEZIONI USA: IL RUSH FINALE

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Dopo la tregua imposta dall’uragano Sandy, Barack Obama e Mitt Romney sono tornati più forti di prima, con un bombardamento di messaggi negli ultimi giorni della campagna elettorale che porterà, il 6 novembre, all’elezione del prossimo inquilino della Casa Bianca.

L’offensiva del candidato repubblicano è partita dalla Virginia, dove Romney ha lanciato un messaggio molto forte agli americani, che colpisce come un pungo in faccia anche l’Europa, e soprattutto l’Italia. «Se Obama dovesse rimanere in carica altri quattro anni, gli Stati Uniti farebbero la fine di Italia e Spagna». Parola di Romney, che ha sottolineato come il risultato delle presidenziali segnerà in modo definitivo non solo i prossimi quattro anni ma anche le generazioni future. Secondo il repubblicano, con Obama alla guida del Paese, si rischierebbe «una crisi economica come quella che c’è in Europa».

Il presidente non ci sta e replica dal Wisconsin, rispolverando il vecchio slogan cambiamento. «Abbiamo fatto una scelta – ha detto – Potete non essere d’accordo su tutte le decisioni, che ho preso, ma sapete quello che voglio fare per migliorare economia, politica e società e sapete che mi batterò fino all’ultimo per la middle class».

Promesse da una parte e dall’altra. Promesse che entrambi i candidati rivolgono a un’ormai esigua fascia delle popolazione, quella degli swing state e degli indipendenti. Obama, stando agli ultimi sondaggi, può contare su 237 voti elettorali certi. I voti elettorali sicuri per Romney sono invece 206. Restano in palio 95 voti elettorali, negli otto Stati dove la battaglia è definita “tossup”, troppo incerta per fare previsioni attendibili: Nevada, Colorado, Iowa, Wisconsin, Ohio, New Hampshire, Virginia, Florida. Queste le zone del Paese su cui i candidati stanno concentrando la propria attenzione in questi ultimi giorni di campagna elettorale.

Decisivo più di tutti si rivelerà l’Ohio, con 18 voti a diposizione, dove Obama e Romney continuano a recarsi nella speranza di guadagnarsi più grandi elettori possibile. Probabile che ci si aggiudicherà l’Ohio, conquisterà la vittoria alle elezioni. I fattori che determineranno l’esito del voto sono molti: la crisi economica meno forte che negli altri stati,  il salvataggio dell’industria dell’auto da parte dell’amministrazione Obama; gli spot elettorali che i democratici hanno pagato sulle TV locali in questi mesi.

E a proposito di spot e di industria automobilistica, nel tentativo di guadagnarsi i consensi degli elettori, Obama ha arruolato Sergio Marchionne per mettere in cattiva luce l’avversario repubblicano. In un filmato dal titolo Romney Style: How to Destroy You Campaign’s Credibility in Five Easy Steps (Lo stile Romney: come annullare la credibilità della propria campagna elettorale in cinque mosse), il presidente prova a smascherare le bugie del candidato repubblicano e lo fa utilizzando il recente botta e risposta con Sergio Marchionne che, a differenza di quanto sostenuto da Romney, non ha spostato la produzione del marchio Jeep, che fa capo al gruppo Fiat-Chrysler, dall’Ohio alla Cina.

L’altra categoria su cui si punta molto, a pochi giorni dalle elezioni, sono gli indipendenti. Fino alla settimana scorsa Romney sembrava aver acquisito un vantaggio sostanziale ma qualcosa è cambiato, facendo salire le quotazioni del presidente. La gestione della crisi Sandy ha rafforzato l’immagine di Obama presso questi gruppi di elettori e ha nuovamente portato alla ribalta le tematiche ambientali e il cambiamento climatico, a cui il repubblicano non ha mai prestato tante attenzione, a differenza dell’attuale presidente.

Donne, giovani e ispanici sono le categorie su cui Obama punta per la vittoria. Le donne appaiono conquistate dal presidente mentre gli ispanici faranno la differenza negli swing state Nevada, Colorado e Virginia. Per accattivarsi le simpatie dei giovani, Obama nell’ultimo giorno di campagna si fermerà nella città universitaria di Madison, e avrà al suo fianco Springsteen e Jay Z.

Piera Vincenti

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