The Dressmaker – Il diavolo è tornato: film quasi perfetto

The Dressmaker – Il diavolo è tornato è un film intrigante, crudele e pungente ma ciò che contraddistingue questa pellicola è l’inventiva che qui fa rima con invettiva, sì perché questo lungometraggio inveisce contro i luoghi comuni, accelerando il ritmo verso il finale per fare della protagonista (con il suo ingresso trionfale ricorda Amanda Presley ma in versione Dior e con un aspetto più addolcito) un’eroina degli anni Cinquanta che si ribella al bullismo e ai pregiudizi attraverso la creatività, unica arma contro le brutture di una società mediocre e piccolo-borghese. La macchina da presa si muove agile e conturbante in un ambiente ostile, quasi selvaggio e desolato, che rievoca i film western e in particolare il cinema di Quentin Tarantino. Il campo d’azione di The Dressmaker – Il diavolo è tornato è l’Australia e i dettagli non sono le pistole bensì bocche malvagie, dalle quali escono parole cattive. In realtà questo piccolo paesino, intriso di cattiveria, potrebbe essere ovunque, pure in una provincia dell’entroterra italiano.

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The Dressmaker – Il diavolo è tornato è dunque un film che confonde un po’ e attrae lo spettatore senza però annoiarlo; questa pellicola mi piace e anche parecchio. Mi piace per l’originalità, per il glamour, per la fotografia eccellente e anticonvenzionale. Mi piace per la magistrale interpretazione di Kate Winslet che dona charme al suo personaggio, rendendolo unico e affascinante. L’attrice veste i panni di Tilly Dunnage che, dopo essere stata allontanata da Dungatar, quando era solo una bambina, a causa di un evento molto doloroso, ritorna a casa da sua madre, Molly, denominata la pazza e interpretata da un’imbruttita Judy Davis, perfettamente in parte tanto da riuscire a non essere offuscata dalla Winslet. La recitazione della Davis è priva di sbavature, così come anche la performance di Liam, il più piccolo dei fratelli Hemsworth, nel ruolo di Teddy, un uomo tanto comprensivo quanto macho.

The Dressmaker – Il diavolo è tornato è un film quasi perfetto. E in quel quasi c’è tutto! La regista, Jocelyn Moorhouse, si perde sul più bello, esagerando in alcuni momenti e pigiando fortemente il tasto dell’acceleratore tanto da far apparire tutto poco credibile e non per il messaggio femminista e… nemmeno per la vena di romanticismo. Il dramma c’è e non guasta il film, ciò che non lo rende perfetto è la tendenza all’esagerazione, un rischio che si corre quando si gioca troppo con la creatività e alla fine pur di non somigliare a nessuno si ottiene l’effetto contrario, creando un denso calderone stilistico. Peccato! Di seguito il trailer.

 

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