Rita Levi Montalcini, il film della Rai: recensione

Ci sono diversi elementi positivi nel film su Rita Levi Montalcini ed anche alcune note discordanti. Tra gli elementi positivi c’è sicuramente la capacità del film di saper rendere visibile e palese ciò che per molti non lo è: l’innovazione e la ricerca sono essenziali per lo sviluppo di un Paese ma non possono essere affidati solo alle capacità dei singoli che diventano, come nel caso di Montalcini, degli eroi e delle eroine solitari in un sistema che li vorrebbe dei burocrati.

Rita Levi Montalcini, il film della Rai: recensione

Rita Levi Montalcini appare in questo film, che è diretto da Alberto Negrin, un’anticonformista, una donna che sin da bambina sapeva cosa voleva e dove desiderava andare, anche a costo di scegliere tra carriera e famiglia.

Gli sceneggiatori hanno pensato bene di porre l’attenzione sui buoni maestri, cioè su quegli insegnanti che guardano la persona anziché il genere. Maestri che danno occasione al talento di emergere testando e mettendolo alla prova la capacità di sopportazione dell’allieva, perché la passione per una disciplina è direttamente proporzionale alla forza di volontà.

Il docente in questione è un professore di neurologia ebreo (Franco Castellano) che vede in Rita una promessa della scienza. E così sarà. Il film è molto romanzato e ruota intorno alla scoperta del Fattore di Accrescimento Nervoso (NGF) che fece vincere alla Montalcini il Nobel nel 1986. Elena Sofia Ricci è poi credibile e riesce a conferire umanità e sensibilità a una donna molto carismatica.

Rita Levi Montalcini film

La storia di Elena…

Quello che mi ha convinta meno di questo film non è tanto la struttura di fiction all’italiana, che pure salta all’occhio, quanto l’incapacità di non vedere in Rita Levi Montalcini una mamma mancata che per diventare scienziata ha dovuto rinunciare (anche se dalla pellicola sembra senza alcuna sofferenza) alla maternità e all’amore. Il tentativo per la verità di porre l’accento solo sulla scienziata c’è stato ma non è riuscito alla perfezione.

Difatti, questa pellicola non è un biopic liberamente ispirato alla vita del premio Nobel, è altresì una pellicola estremamente romanzata che alza i riflettori sulla scoperta fatta dalla Montalcini e su come le sue ricerche possano essere applicate nell’ambito della clinica salvando le persone da un destino a volte atroce.

La pellicola ruota intorno alla vicenda di Elena (Elisa Carletti), una promettente violinista di 12 anni che la scienziata conosce causalmente nel corso di un concerto tenuto da ragazzi. Elena sta suonando proprio davanti al premio Nobel quando accusa un malore. La ragazzina potrebbe (si scopre poi) perdere la vista. Da qui le peripezie della Montalcini e del suo staff per aiutarla.

La storia di Elena è completante inventata però rende bene l’idea di quanto la ricerca agevoli la clinica soffermandosi inoltre sull’importanza di una medicina che metta al centro la persona, che dovrebbe essere vista nella sua totale interezza. Nel complesso il film con Elena Sofia Ricci è avvincente.

Note aggiuntive

Nel cast ci sono anche Luca Angeletti, che interpreta Franco, il collaboratore storico della Levi-Montalcini, Ernesto d’Argenio nei panni di Lamberti, Maurizio Donadoni nel ruolo del Professor Poli-Richeter. Il soggetto è stato scritto da Roberto Jannone, Francesco Massaro e Alberto Negrin che sono autori anche della sceneggiatura con Monica Zapelli. Il film è una coproduzione Rai Fiction-Cosmo Productions EU. (Maria Ianniciello)

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