Nessuno come noi: recensione e trama. Dal libro di Bianchini alla pellicola

Quando l’amore chiama bisogna rispondere all’appello: questo modo di dire ben si adatta al contesto in cui si sviluppa il film Nessuno come noi dove il sentimento caro a Cupido condiziona e manipola le vite dei personaggi nascendo tra e sui banchi di scuola in un vortice di contraddizioni, amare scoperte, tradimenti e amicizie adolescenziali.

Il tema in Nessuno come noi è quanto mai attuale: possono i genitori essere d’esempio per i figli, in modo particolare i padri? E nell’istante in cui nasce un amore bisogna sempre assecondarlo, anche quando è fedifrago, oppure è necessario mantenere lo status quo rimanendo nello spazio conosciuto e magari più conveniente per le persone coinvolte?

Queste domande non trovano una risposta esaustiva in questo film per due motivi sostanziali; il primo è che, nonostante la bravura dei due attori protagonisti, (Alessandro Preziosi e Sarah Felberbaum), non si crea una vera e propria alchimia tra i personaggi principali che risultano costruiti. Il secondo è che i dialoghi sono artificiosi come del resto alcune sequenze.

Nessuno come noi recensione trama

Nessuno come noi si muove tuttavia su due piani paralleli raccontando le antinomie dell’amore, dall’adolescenza all’età adulta. La voce narrante è quella di un liceale, Vince, che vive nel quartiere operaio della Torino degli anni Ottanta. Il contesto è ben definito: le musiche psichedeliche delle discoteche che erano molto in voga in quel periodo, il pappillon, le acconciature patinate e cotonate, e le dolci melodie di Claudio Baglioni, il quale era un’icona a quel tempo. Vince (Vincenzo Crea) è innamorato di Cate (Sabrina Martina), una sua cara amica e compagna di classe, ma – nonostante cerchi in tutti i modi di conquistarla – la ragazza si innamora di Romeo (Leonardo Pazzagli), amico di Vince e figlio del facoltoso professore universitario Umberto.

Qui trovi il romanzo di Luca Bianchini

Ho specificato che Nessuno come noi si muove su un doppio binario: la vita convulsa di un trio di adolescenti e il sentimento fedifrago che nasce tra Umberto e Betty, una sui generis insegnante liceale. Ciò che comunque mi ha davvero convinto è la descrizione dell’universo giovanile di quegli anni che, pur rimanendo in superficie, rende bene l’idea di ciò che era e non è più. Diretto da Volfango De Biasi e liberamente ispirato al libro di Luca Bianchini, che ha curato la sceneggiatura, si tratta di un film guardabile, non noioso, con un buon ritmo, che ci fa trascorrere un paio d’ore nella spensieratezza. Tre stelle. *** (articolo di Maria Ianniciello)

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