Moschettieri del Re: trama e recensione del film con Favino, Mastandrea, Rubini, Papaleo…

Guardando Moschettieri del Re non posso non ripensare alla classica commedia all’italiana dove i disagi sociali venivano esorcizzati con la risata, grazie alla quale i problemi si affrontavano meglio. In queste pellicole si intravedeva un ossimorico mix di rassegnazione, speranza e dignità.  L’accattonaggio, il male affare, la politica clientelare si scorgevano tra le righe ma sempre facendo prevalere il lato grottesco e tragicomico con gags intramontabili che ancora fanno ridere. Come dimenticare Totò e Peppino oppure Bud Spencer e Terence Hill che, tra una scozzata e l’altra, guardando oltre oceano, erano i volti di un nuovo genere, quello degli spaghetti western, alla Sergio Leone per intenderci?

Moschettieri del Re è al contrario un film confusionario, sconclusionato e poco spontaneo, il cui ritmo non decade del tutto grazie all’intesa che si è creata in un quartetto di attori dall’indiscutibile talento quali Piefrancesco Favino, Valerio Mastrandrea, Rocco Papaleo e Sergio Rubini i quali vestono i panni dei protagonisti del capolavoro di Alexandre Dumas: i moschettieri del Re  o… per meglio dire della regina Anna di Francia (Margherita Buy), visto che è quest’ultima a richiamarli di nuovo in campo.

Sono ormai trascorsi trent’anni dalle gesta storiche di D’Artagnan (Pierfrancesco Favino), Porthos (Valerio Mastandrea), Athos (Rocco Papaleo) e Aramis (Sergio Rubini) che disillusi e senza un quattrino fanno tutt’altro. La regina affida loro una missione segreta, forse la penultima (come si legge nel sottotitolo del film); i quattro eroi dovranno salvare gli Ugonotti dalle grinfie del cardinale Mazzarino con cavalli più o meno affidabili, spade e moschetti.

Moschettieri del Re trama recensione film Favino

I riferimenti politici nel film – diretto da Giovanni Veronesi – sono lampanti sin dalle prime sequenze. Moschettieri del Re, tuttavia, non mi convince per due motivi sostanziali:

  • Fa ridere a sprazzi e dopo il primo quarto d’ora ci si distrae perché l’intreccio non è avvincente;
  • Il finale è spiazzante, tanto che ad un certo punto ho pensato di non aver visto le scene iniziali. Forse mi ero addormentata?

 

E veniamo ai pregi:

  • Le ampie panoramiche naturalistiche sono meravigliose;
  • Come accennato, gli attori protagonisti rendono dignitosa questa pellicola che però non regge il confronto con altri film in costume come per esempio Non ci resta che piangere di Massimo Troisi e Roberto Benigni. La pellicola, nonostante diverse lacune e alcune critiche negative, fu resa memorabile dall’estro e dalla simpatia dei due attori che si diressero da soli.
  • La morale della storia c’è e ciascuno può trovare la sua. In una realtà dove mancano i veri eroi i giovani possono scorgere dei modelli di riferimento nelle generazioni passate ma giocando di fantasia. Non aggiungo altro per non svelarvi troppo.

 

Nel complesso Moschettieri del Re è un film passabile e discreto, molto ambizioso nella scenografia, nei costumi e nel cast eppure poco convincente. Peccato per Giovanni Veronesi… (RECENSIONE DI MARIA IANNICIELLO)

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