Tiziano Ferro: Il Mestiere della Vita, recensione del disco

Ascoltando Tiziano Ferro, nel suo nuovo album Il Mestiere della Vita, non so perché mi viene da ripensare agli anni Ottanta quando la Musica Leggera Italiana era il tramite attraverso cui si raccontavano amori spesso tormentati, a volte in balia di una sorta di ‘nostalgia canaglia’. In quel periodo I ricchi e poveri cantavano Sarà perché ti amo, mentre Toto Cutugno voleva essere un italiano fiero. Adriano Celentano si dava al cinema e Renato Pozzetto interpretava il ragazzo di campagna. Erano altri tempi. Oggi la Musica italiana è più intimistica, più soggettiva ma non meno emozionale, perché dalle note traspaiono sempre le sensazioni più intime dell’artista che compie un viaggio in se stesso per esprimere ciò che ha nel cuore. E` il caso di Tiziano Ferro come di Marco Mengoni che – con pezzi quali Guerriero – fa riflettere adulti e adolescenti. In una società superficiale ed esteriorizzata, è necessario che la Cultura – quindi anche la Musica – torni al nucleo.

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Già il titolo del nuovo album di Tiziano Ferro, Il Mestiere della Vita, è espressione di un nuovo modo di intendere la Musica sia per lo stile e sia per il contenuto. Tanto per cominciare la traccia che apre il disco è Epic, un brano che parla di percorsi epici tra finali inattesi e una solitudine che non fa più paura. Seguono poi Solo. E` Solo Una Parola e Il Mestiere della Vita. “Affidati alla cura e al ricordo di chi ami (…)”, suggerisce Tiziano. L’Amore poi è sempre il Valore Assoluto, ieri e oggi. Le parole Fine, Vita, Solitudine e Coraggio sono al centro di questo lavoro di Tiziano Ferro che nel disco duetta con Carmen Consoli e Tormento regalandoci due pezzi molto incisivi, Il Conforto e My Steelo.

Il Mestiere della Vita è una passeggiata in sentieri a volte indefiniti, contorti, austeri, in alcuni tratti poco convincenti rispetto ai lavori precedenti. Tiziano Ferro nel nuovo album tratta gli stessi temi già affrontati ma con più maturità regalando ai fan tredici tracce di pensieri in Musica sulla vita, sull’amore e su quel senso di abbandono che si prova quando sentiamo che la Casa è vuota. L’estratto Potremmo ritornare è una tenue sinfonia e via via che si procede verso il finale la parola ‘perdono’ prevale. Chi è che deve perdonare Tiziano? Nel complesso Il Mestiere della Vita non è il miglior album del cantante (bisogna ammetterlo), eppure con il suo nuovo lavoro l’artista di Latina si è aggiudicato il disco di platino perché le sue canzoni piacciono, complici la voce profonda e lo stile musicale inconfondibile, tra eleganza e compostezza. Complimenti a Tiziano Ferro!

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