Soundgarden: nuovo album tra passato e futuro

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©Michael Lavine

Trent’anni sono tanti e a volte la vita di una band è simile a una storia d’amore. Ci sono anni di passione, adorazione, felicità, ma anche momenti difficili, in cui si litiga e ci si perde per molto tempo. Ma quando è amore vero, ci si ritrova anche, e si affronta un lungo, spesso difficile, cammino per rinvigorire una fiamma che non si è spenta, che non vuole spegnersi.

Echo of Miles: scattered tracks across the path, l’ultimo triplo album dei Soundgarden uscito poche settimane fa, sembra rappresentare proprio quest’ultima fase: quella in cui Chris Cornell, Kim Thayil, Ben Shepherd e Matt Cameron cercano di riscoprire loro stessi, il loro suono, la loro musica e per farlo rivisitano il passato, ma non rinunciano a porre basi solide per il futuro.

Da Down on the Upside (1996) a King Animal (2012) sono trascorsi 16 anni. Qualcuno (Cornell) ha formato un nuovo gruppo, gli Audioslave, per poi proseguire con una carriera da solista; qualcun’altro (Cameron) è entrato a far parte dei Pearl Jam, altra leggendaria band dall’anima grunge; gli altri due (Thayil e Shepherd) hanno inanellato collaborazioni su collaborazioni, continuando a fare buona musica grazie al loro incredibile talento.

Nel 2010 il grande annuncio: “La pausa di 12 anni è finita ed è ora di ricominciare la scuola. I Cavalieri della tavola del suono sono tornati!”. A due anni dalla grande reunion, il nuovo disco di inediti ha saziato l’appetito di coloro che, anche in questa decade, non riescono a rinunciare a quel sound anni novanta che ha accompagnato un’adolescenza in cui Seattle era il centro del mondo e il grunge una ragione di vita.

nuovo album Soundgarden,Ma la strada per ritrovare loro stessi, per essere di nuovo i Soundgarden, è ancora lunga, e allora i quattro musicisti hanno deciso di scavare a fondo nei loro archivi, rispolverando rarità, chicche, live e materiale rimasto nel cassetto con il quale hanno composto sette inediti. Questo è Echo of Miles, una raccolta composta da tre CD differenti, ognuno con un proprio suono, ognuno con una propria storia. Il primo è Originals, disco contenente canzoni apparse in varie compilation, b-side e brani sconosciuti ai più (due esempi su tutti: Heretic e Black Rain) Al suo interno però, troviamo anche due inediti: Kristi, composta nel 1996 e riarragiata per l’occasione, e la splendida Storm, singolo dall’atmosfera cupa uscito a fine ottobre. Un pezzo buio, forte, in cui i fan possono ritrovare il “Seattle sound” che li ha fatti sognare vent’anni fa.

Un disco che ci riporta nel passato glorioso della band e che, nonostante l’assenza dei capovalori, risulta godibile e apprezzabile.

Il secondo CD, Covers, come suggerisce il titolo è un mix di brani incisi in varie occasioni. Sono presenti live, registrazioni in studio degli stessi Soundgarden, ma anche pezzi dei Black Sabbath, dei Beatles, dei Rolling Stones, dei Doors, ecc.

L’ultimo disco, Oddities è un insieme di rarità come la strumentale Night Surf, i remix di Big Dumb Sex e Fopp, e One minute of silence, tributo a John Lennon. Dopo King Animal i Soundgarden stanno ricomponendo i pezzi, con Echo of Miles si torna al passato per guardare al futuro.

Vittoria Patanè

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