La Gerini a teatro con Storie di Claudia: recensione

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©Fabio Lovino

Claudia Gerini, Teatro Quirino: Storie di Claudia – L’ombra di una bambina su un’altalena, che dondola spensierata tra i giochi d’infanzia, accompagna l’inizio del racconto di Claudia Gerini, in splendida forma, incipit di una sorta di favola moderna tutta al femminile. Storie di Claudia, in scena al Teatro Quirino fino al 17 gennaio 2016, è uno spettacolo atipico, una sorpresa come il ritorno in teatro della sua protagonista, dopo 13 anni di assenza. Era tanta la curiosità nello scoprire quale veste avessero preparato per il suo ritorno al palco il regista Giampiero Solari e il terzetto autoriale composto dalla stessa Claudia, Paola Galassi e Michela Andreozzi. Uno spettacolo molto elegante, mai sopra le righe, cucito addosso alla Gerini come quei vestiti da principessa tanto sognati da piccola per poi scoprire che alcuni sogni sono in prestito, come quelli scintillanti sui red carpet, ma non quelli inseguiti durante una carriera fortemente voluta.

Tutto inizia dai sogni di una bambina, quella Claudia nata in un vecchio palazzo di Roma e cresciuta nel cortile di casa dove si affacciano le finestre della signorina Maria, un’anziana signora (la parte romanzata del testo) collezionista di ricordi del mondo dello spettacolo e, chissà, forse anche lei protagonista in un tempo ormai lontano. La bambina rimane incantata da quella casa e da quelle immagini di vecchie locandine, fotografie, dalle musiche d’altre epoche, dai racconti e pian piano nasce un’amicizia tra le due che introdurrà la piccola Claudia all’amore per la storia dello spettacolo, del cinema, del teatro, della musica e per quelle donne che hanno segnato epoche, come Carmen Miranda e Marlene Dietrich, delle quali la Gerini interpreta le atmosfere, più che i personaggi, aiutata da suggestive video-scene disegnate da Giuseppe Ragazzini e dalle calde luci di Gigi Saccomandi.

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©Fabio Lovino

Tutto lo spettacolo è sulle spalle di Claudia Gerini, bravissima, che racconta, balla e canta, sola in scena, cambiando ripetutamente costumi (bellissimi, di Nicoletta Ercole), circondata soltanto dalle moderne scene di Patrizia Bocconi, da raffinate proiezioni pittoriche e accompagnata fugacemente dal pianista Davide Pistoni. La bambina nel frattempo cresce e arriva il primo provino a “Non è la Rai” di Gianni Boncompagni, poi i primi film, la celebrità, le interviste, i figli, i grandi registi, il gioco fatuo dei red carpet, dove tutto è gioiosa finzione. Ecco, una cosa in particolare colpisce di questo one woman show: la matura consapevolezza di una donna che non si prende troppo sul serio, autoironica, che riesce a parlare con amore della sua carriera senza lasciarsene travolgere. Una sensazione di solidità granitica. Il sogno della bambina si è avverato, la donna ora continua a dondolare nella sua vita e lo fa veramente, con una performance acrobatica e pericolosa nel finale, sospesa in aria sul palcoscenico, felice di avere l’opportunità di raccontare storie e con la speranza di poter essere lei, tra molti anni, la signorina Maria di qualcun’altra. I sogni si tramandano di generazione in generazione. Storie di Claudia è uno spettacolo molto particolare, gradevole, la cui eleganza fa sorvolare su qualche lentezza di troppo.

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