Una bizzarra tendenza: il metodo No-Poo

di Doralda Petrillo

Scegliere uno shampoo oggi è un’impresa sempre più ardua. Difficile, infatti, districarsi nella giungla dei brands in commercio ed orientarsi tra le numerose tipologie di shampoo, per capelli ricci, lisci, secchi, grassi, trattati, anti-forfora, anti-crespo, etc…, roba da mandare in crisi anche la più decisa delle acquirenti. Inoltre il terrorismo psicologico praticato in rete negli ultimi anni sulla presunta nocività di alcuni componenti quali tensioattivi, siliconi e conservanti, ha creato una certa diffidenza da parte del consumatore. Non è quindi da biasimare, chi facendo un salto nel passato ha adottato quello che viene chiamato metodo No-Poo, ovvero un metodo che non prevede l’uso di shampoo per il lavaggio dei capelli. Il leitmotiv ispirante, sicuramente lodevole, è la tutela dell’ambiente. In America  questo metodo, già in uso da qualche anno, vanta un nutrito gruppo di seguaci, tanto da aver fatto nascere saloni dedicati esclusivamente al metodo No-Poo. 

In pratica l’alternativa allo shampoo è rappresentata dall’associazione di bicarbonato ed aceto di mele; il bicarbonato, mescolato all’acqua fino a formare una sorta di crema, viene massaggiato sul cuoio capelluto e su tutta la lunghezza del capello in modo da rimuovere lo sporco accumulato; successivamente si effettua un risciacquo con una miscela sgrassante di aceto di mele ed acqua. Secondo le estimatrici del metodo il risultato è paragonabile a quello ottenuto utilizzando lo shampoo, ma secondo i suoi detrattori l’aspetto del capello non è proprio quello di un capello pulito, inoltre, l’accumulo di sebo sul cuoio capelluto provoca un fastidioso prurito, che però secondo le più esperte può essere attenuato spazzolando i capelli in modo da distribuire l’eccesso di sebo su tutta la lunghezza. Deriverà forse da ciò la pratica dei “cento colpi di spazzola” tanto decantata dalle nostre nonne? Fatto sta che, tirando le somme, non si può dire certo che il metodo No-Poo sia innovativo; questo, infatti, era il metodo di lavaggio usato prima dell’avvento dei tensioattivi, d’altro canto in tempo di crisi sembra essere un ottimo metodo per risparmiare, ma una cosa è certa, quello della cosmesi è un settore che non vede crisi, quindi la scelta del metodo No-Poo sembra essere se non anacronistica alquanto bizzarra e riporta a pratiche medioevali quanto meno opinabili. Personalmente credo non vi sia nulla di più gratificante che lasciarsi coccolare dall’avvolgente abbraccio di mille bollicine di schiuma ancor più poi se abbinato al disarmante massaggio di mani esperte. E’ pur vero però, che in questo caso provare non costa nulla e chissà che le più temerarie non si cimentino alla prova.

10 aprile 2012 – ore 17.33

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