LE PAROLE CHE IL PARTITO DEMOCRATICO NON CONOSCE

©Ansa/Ettore Ferrari - Enrico Letta in conferenza stampa
©Ansa/Ettore Ferrari – Enrico Letta in conferenza stampa ieri sera

Quanto è accaduto nelle ultime ore dovrebbe far riflettere l’opinione pubblica. In molti hanno accusato gli italiani di votare con la pancia, di essere istintivi e di non aver alcun senso critico. In realtà, bisogna andarci piano con queste affermazioni che sanno molto di qualunquismo. Gli italiani, come dimostra la storia, si sono lasciati convincere da chi sa comunicare, cioè da Beppe Grillo e da Silvio Berlusconi, i due vincitori di questa tornata elettorale. In tutti i tempi, dall’antica Grecia alla Prima Repubblica Italiana, l’oratoria era un’arte. Lo è sempre stata. Le parole, come dimostrano anche alcune ricerche scientifiche, formano le coscienze collettive. Il Partito Democratico non sa comunicare le proprie idee alle masse e, anziché – come hanno fatto gli altri Partiti Europei, nati sulle ceneri del vecchio Comunismo – adeguarsi ai tempi che cambiano continua a usare le stesse metodiche e modi di fare, senza interrogarsi su dove siamo e dove stiamo andando. Il problema del PD è che non si è mai confrontato con i suoi simili europei e continua a vivere nel ricordo di tempi lontani. Dovrebbe prima riformare se stesso e poi cercare di migliorare la struttura socioculturale di questo Paese che continua a voler vivere di rendita.

In tutti questi anni il Partito Democratico ha fatto dell’antiberlusconismo la sua ragione di vita e ritenendo che Berlusconi fosse morto e sepolto si è seduto sugli allori delle primarie, dimenticando che la campagna elettorale per le Politiche è tutt’altra cosa. Berlusconi sa come conquistare le masse perché adopera delle tecniche di comunicazione precise frutto di anni di studio, come fa del resto anche Grillo che proprio in questo momento in televisione dice ai giornalisti: «Attenzione alle parole che usate».

Maria Ianniciello

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