I fatti, le opinioni e la comunità degli “imbecilli”

Qual è la differenza tra fatti e opinioni? Nel giornalismo anglosassone si usa distinguere le notizie dai commenti, affinché gli uni non intralcino gli altri confondendo così il lettore o lo spettatore. Trovo sia una buona e corretta abitudine che si è consolidata negli anni dando l’opportunità alle persone di potersi fare un’idea su ciò che accade senza essere condizionati dal parere di chi scrive un articolo o conduce il Telegiornale. Eppure oggi, anche nel mondo anglosassone, la situazione sembra stia cambiando. L’avvento del web ha dato l’opportunità agli individui di poter esprimere il loro parere sui fatti che però restano sempre tali. Un fatto è un evento che accade e che è percepito mediante i cinque sensi. Il giornalista, che non è un opinionista, nell’ambito di un pezzo di cronaca (bianca, nera, rosa…) dovrebbe limitarsi a raccontare ciò che vede senza interpretazioni.

Che cosa sono i fatti? E` un fatto che oggi c’è il sole e ieri c’era la neve; è un fatto che alcune specie sono a rischio d’estinzione; è un fatto che le carceri sono affollate; è un fatto che ieri ho avuto la febbre; è un fatto che negli anni Cinquanta in Sicilia esisteva ancora il delitto d’onore; è un fatto che tra il 1939 e il 1945 ci fu il secondo conflitto mondiale; è un fatto che a Usa ’94 la Nazionale di Calcio disputò la Finale contro il Brasile ed è un fatto che oggi il pollaio del mio vicino è stato assalito da un branco di cani, perché magari il fenomeno del randagismo si è così intensificato tanto da creare disagi alla comunità. Le interpretazioni sono lontane dai fatti e appartengono alla sfera delle opinioni: posso provare a spiegare, sempre utilizzando la mia lente d’ingrandimento, perché si sono verificati tali fenomeni, ma la mia sarà un’idea, non una realtà, a meno che essa non venga avvalorata da dati empirici. Oggi viviamo in un Paese democratico (per fortuna), dove ogni persona può esprimere liberamente il proprio parere sempre e solo su un fatto accaduto. Di conseguenza nessun individuo può dire che quell’episodio non si sia verificato se ci sono le opportune documentazioni (le cosiddette fonti).

Eppure nell’epoca dei social molte persone scambiano i fatti con le opinioni mescolandole e si arriva addirittura a offendere e ad aggredire chi la pensa diversamente o addirittura chi racconta un’esperienza accaduta, basata dunque non su un’interpretazione bensì su fatti. Sempre e solo fatti! I giornalisti dovrebbero conoscere la differenza tra un articolo di cronaca e un editoriale o un commento. Questo pezzo, che state leggendo, per esempio, è un editoriale. Sto quindi esprimendo la mia opinione su una tema che sta facendo discutere molto gli addetti ai lavori. Impariamo, dunque, noi giornalisti per primi a raccontare i fatti con coerenza e affidandoci a fonti certe, che vanno verificate con raziocinio e calma, perché un fatto condiziona nel bene e nel male le coscienze. Sia i fatti e sia le opinioni hanno il diritto di esistere, ma purtroppo – come affermava Umberto Eco – sui social una marea di ‘imbecilli’ sono a briglia sciolta. Spesso si tratta d’individui che non riescono a incanalare diversamente la loro rabbia e riversano le emozioni più viscerali sulle persone, senza cognizione di causa ma solo per il gusto di offendere chi ha un’idea diversa oppure chi sta provando a raccontare una sua esperienza che si riferisce a un ambito e un ambiente specifici. Capita anche questo, oggi, purtroppo! Anna Politkovskaja, una cronista come poche, scriveva: “Il compito di un dottore è guarire i pazienti, il compito di un cantante è cantare. L’unico dovere di un giornalista è scrivere quello che vede”.  Tra i compiti di ogni cittadino ci dovrebbe essere la capacità di ascoltare chi, magari, pur non essendo esperto in materia, racconta un’esperienza che non è giusto sminuire solo per avvalorare un’opinione.

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