Sanremo giovani, Rocco Hunt canta per un Sud migliore

Raffaele Della Pace
Rocco Hunt – Foto di Raffaele Della Pace

Il vincitore – Non è mai stato così difficile, come in quest’ultima edizione, scegliere la canzone più bella tra i giovani del Festival di Sanremo. Un compito arduo vista l’alta qualità dei brani presentati dagli otto ragazzi in gara. Alla fine, a vincere, sbaragliando la concorrenza agguerrita dei suoi colleghi, è stato il 19enne Rocco Hunt con “Nu juorno buono”, canzone dal testo forte e colmo di speranza, dedicata alla sua amata regione, la Campania. La 64esima edizione della kermesse ligure ha premiato, quindi, un brano di un rapper che denuncia, attraverso le sue rime, situazioni di degrado e gravi problemi legati alla sua terra, senza però piangersi addosso. Un modo di fare musica affrontando a muso duro, la vita e le circostanze avverse e che affonda saldamente le radici nel tessuto sociale e urbano da cui Rocco proviene: le case popolari della zona orientale di Salerno. Sostenuto da tutto l’ambiente hip hop (in primis Clementino, con il quale Rocco Hunt ha collaborato) e osannato, dopo la vittoria di ieri, da Big della musica italiana (Jovanotti, Negramaro ed Eros Ramazzotti, solo per citarne alcuni), il giovane cantante campano si appresta a diventare il nuovo protagonista della scena rap italiana, portavoce, nonostante la giovane età, di saggezza popolare e cultura di strada.

Zibba - Foto di Raffaele Della Pace
Zibba – Foto di Raffaele Della Pace

La rivelazione – Tra gli altri artisti in gara per le Nuove Proposte, Zibba è quello che è piaciuto di più in assoluto. Il cantante, che ha alle spalle anni di gavetta e di importanti collaborazioni, si è portato a casa, meritatamente, il Premio della Critica “Mia Martini” e il Premio della Sala stampa “Lucio Dalla”. La sua “Senza di te” ha conquistato tutti: a colpire è soprattutto l’intensità della sua voce. La botta di energia portata dal cantante ligure sul palco dell’Ariston è arrivata come una boccata d’ossigeno, in un festival decisamente sottotono, lento e noioso. A risvegliare tutti ci ha pensato lui, con un pezzo che spazia dal roots rock alla poetica più classica del cantautorato italiano.

Gli altri finalisti  – “1969” è, invece, il brano che The Niro, altro finalista tra le Nuove Proposte, ha voluto presentare a Sanremo. Si tratta di una canzone un po’ fuori dagli schemi sanremesi, che scavalca i gusti e le tematiche solitamente richieste dalla kermesse. Un pezzo il cui testo parla dello sbarco sulla Luna e che mostra lo sforzo del cantautore romano, che vanta un ottimo curriculum, di sperimentare e scavare nel surreale e nell’immaginazione. Quarto finalista, Diodato, una delle promesse più promettenti della nuova scena indie italiana. Il giovane tarantino si è esibito con “Babilonia”, un brano che ha ottime possibilità di diventare una hit radiofonica. Una canzone molto intima e che rivela il lato più cupo del cantautore pugliese. L’arrangiamento rock del pezzo esalta la potenza vocale e l’intonazione perfetta dell’artista, che forse meritava qualcosa in più da questo suo primo festival. Dei cosiddetti esclusi, dopo le prime serate di gara, Filippo Graziani è il giovane più talentuoso e capace di arrivare al cuore della gente. Figlio dell’indimenticabile Ivan, Filippo era in gara con “Le cose belle” per parlare della sua generazione, dei trentenni di oggi, a cui è stato raccontato, da bambini, un futuro ben diverso da ciò che i loro occhi vedono e vivono ora. La splendida voce di Bianca (vero nome Emma Fuggetta) non è bastata a convincere il pubblico e a darle la vittoria finale. Con “Saprai” ha comunque emozionato e strappato molti applausi all’Ariston. Forse l’errore che le è stato fatale, è la fragilità mostrata sul palco, una timidezza che non ha permesso alla cantante 20enne di Torino di far emergere del tutto la sua grinta e la sua anima soul. Un po’ deludenti le performance dell’ex concorrente di The Voice, Veronica De Simone (in gara con “Nuvole che passano”) e del 34enne Vadim (“La modernità”). In quei pochi minuti di esibizione ci si gioca tutto e l’emozione, si sa, può fare brutti scherzi e impedire anche all’artista più bravo e talentuoso di esprimersi al meglio e comunicare ciò che alberga nel proprio cuore.

Silvia Marchetti

Puoi ascoltare la canzone di Rocco Hunt qui: http://youtu.be/mt2QuQcb2oU

 

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