Sanremo 2014, Ligabue canta De Andrè

Fabrizio De AndreE` un Sanremo all’insegna di Fabrizio De André. E non soltanto perché in gara, tra i Big di questa edizione, c’è il figlio Cristiano. Oggi il grande Faber avrebbe compiuto 74 anni e il Festival della Canzone italiana, dal quale il cantautore e poeta genovese si è sempre tenuto alla larga, scosso dalla tragica scomparsa di Luigi Tenco, gli ha dedicato un bellissimo omaggio. In apertura di serata Luciano Ligabue ha cantato, in perfetto genovese, un brano del repertorio di De André: “Creuza de ma”, pubblicata esattamente 30 anni fa. Liga, accompagnato dal Maestro Mauro Pagani, che scrisse la musica originale del pezzo, è stato accolto da un lungo applauso all’Ariston. Presente in sala anche la moglie di De Andrè, Dori Ghezzi, tenuta per mano e coccolata da Fabio Fazio, la quale ha ascoltato, con attenzione e commozione, la grande performance dell’artista di Correggio.

Cristiano e Fabrizio
Cristiano e Fabrizio

Fabrizio De Andrè ci ha lasciati l’11 gennaio 1999 ma i suoi brani, vere e proprie poesie per amare, riflettere, arrabbiarsi e sognare, sono immortali. In quasi 40 anni di attività artistica, De André ha inciso tredici album in studio, più alcune canzoni pubblicate solo come singoli e poi riedite in varie antologie. Molti testi delle sue canzoni raccontano storie di emarginati, di ribelli e di prostitute. Perle preziose inserite anche in numerose antologie scolastiche.

Non sempre facile il suo rapporto con Cristiano, figlio tanto amato ma diverso (o troppo simile) per carattere e temperamento. Solo nell’ultimo periodo della vita di Faber, i due si sono avvicinati per incidere un brano insieme (“Cose che dimentico”). Poi la malattia e la morte del grande cantautore che ha saputo valorizzare, come pochi, forse nessuno, la bellezza dell’uso della parola, della lingua ligure ma anche il dialetto napoletano attraverso i suoi versi.

Di Fabrizio uomo e personaggio è stato detto tutto e il contrario di tutto, ma sulle sue opere e sulla profondità dei suoi testi, l’opinione è la stessa in chiunque lo ascolti. «De Andrè non è mai stato di moda. E infatti la moda, effimera per definizione, passa. Le canzoni di Fabrizio restano», disse una volta Nicola Piovani. E come dargli torto. Gli album a noi più cari, che abbiamo consumato e ascoltato in ogni occasione possibile, sono “Creuza de ma” (1984) e “Anime Salve” (1996).

Venerdì 21 febbraio, il Festival gli renderà un altro importante omaggio, forse il più bello e sentito: Cristiano De Andrè porterà, infatti, a Sanremo “Verranno a chiederti del nostro amore”, scritta nel 1973 dal padre e contenuta nell’album “Storia di un impiegato”. Sarà una doppia emozione per Cristiano, in parte per la gara in corso, che lo vede protagonista tra i Campioni, e per il ricordo legato a quel padre così ammirato ma così scomodo e, talvolta, ingombrante. Ricordi belli ma anche incubi terribili che si ripropongono come fantasmi dal passato (come il rapimento di Fabrizio e della seconda moglie Dori Grezzi nel 1979 in Sardegna).

Fabrizio De André ha raccontato gli ultimi, tutte le sfaccettature dell’animo umano, i tormenti, la vita vera. Doveroso questo omaggio sanremese, doveroso ricordarlo in ogni occasione possibile, non soltanto per ricorrenze, anniversari o coincidenze. Il Faber era, ed è, Faber: le sue canzoni hanno educato e commosso diverse generazioni. Buon compleanno, Fabrizio. Ovunque tu sia.

Silvia Marchetti

 

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